Di Admin (del 28/12/2009 @ 08:30:24, in Articoli, linkato 1812 volte)
Il 2009 spende gli ultimi spiccioli prima di andare in pensione. Difficile dire che anno sia stato e ancora più arduo sarebbe definire l’intero decennio, anch’esso vicino a terminare i suoi giorni. Spesso ci si lascia travolgere dalle emozioni. E si immagina la propria epoca come la più difficile in assoluto.
E così gli anni Settanta sono stati quelli della contestazione, gli Ottanta segnati dal terrorismo, i Novanta figli della globalizzazione e questo primo decennio del terzo millennio senza dubbio caratterizzato dalla precarietà. Più difficile vedere e ricordare le cose positive che ci accompagnano. La storia ha sempre i suoi alti e bassi e, di norma, è ciò che si impara da un ciclo negativo a favorire una fase migliore. Tuttavia è lecito nutrire un dubbio.
Nel 2009 una violenta crisi dei mercati economici ha costretto i governanti di tutto il mondo ad adottare misure straordinarie per evitare conseguenze disastrose. Questo dovrebbe metterci al riparo dal verificarsi di nuove bufere, almeno in tempi relativamente brevi.
Eppure la sensazione è che la lezione sia servita davvero a poco e che a fronte di problemi immensi e alla perdita di migliaia di posti di lavoro siano state adottate solo misure tampone. Non si è dunque approfittato per riscrivere, almeno in parte, le regole del gioco. L’augurio è per tutti i lavoratori di vivere un 2010 ricco di dignità e senza incubi.
Di Admin (del 11/01/2010 @ 07:33:10, in Articoli, linkato 1875 volte)
Inizio anno con sorpresa per gli automobilisti napoletani. Dal primo gennaio il pedaggio della Tangenziale è infatti aumentato a ottanta centesimi. Inaugurata nel 1972, quella napoletana è l’unica arteria a scorrimento veloce a pagamento nelle grandi città, e questo ulteriore aggravio non è stato salutato con gioia dalla cittadinanza.
Basti pensare che nel 1990 al casello si pagavano 500 lire e che in venti anni l’antipatico balzello è più che triplicato, a dispetto di un’inflazione mai come in questo ultimo lustro così bassa. Considerato che ogni anno sono cento milioni i passaggi d’auto, il conto è semplice. La bretella genera incassi per ottanta milioni di euro all’anno.
Intanto la Tangenziale Spa ha reso noto i lusinghieri risultati ottenuti dall’adozione del Tutor. Gli incidenti nel 2009 sono calati e il tasso di mortalità si è quasi dimezzato. Buone notizie per la nostra sicurezza, che fanno necessariamente passare in secondo piano un limite orario di ottanta chilometri forse un poco troppo severo.
Ma buone notizie anche per i gestori dell’arteria. Il calo degli incidenti avrà presumibilmente prodotto una diminuzione dei costi di manutenzione straordinaria. E le oltre duecentomila contravvenzioni elevate ai trasgressori dei limiti di velocità sono costate decine di milioni di euro agli automobilisti. È così che un indispensabile servizio viario grava in modo eccessivo sulle spalle del cittadino.
Di Admin (del 13/01/2010 @ 10:46:55, in Articoli, linkato 1808 volte)
Agatha Christie si starà rivoltando nella tomba. Tre indizi fanno una prova, amava ripetere il suo celebre ispettore Hercule Poirot. E forse a questo precetto si sono rifatte le autorità di San Francisco che per prime hanno inserito una bizzarra norma per la quale correrà il rischio di essere arrestato chi, durante un controllo, verrà trovato in possesso di più di due preservativi. Già, perché se il primo rappresenta il minimo sindacale e il secondo la speranza di vivere una serata movimentata, il terzo indica in modo incontrovertibile che il soggetto in questione si dedica alla prostituzione.
Dopo San Francisco, anche Washington e New York hanno adottato il medesimo provvedimento e non è da escludere un effetto a catena che colpisca le principali metropoli statunitensi. Alla base della nuova norma la volontà di contrastare la prostituzione. Di fronte al parto di simili leggi, è facile immaginare il sorriso di chi, senza scrupoli e riducendo in schiavitù migliaia di donne, gestisce il mercato del sesso. Anzi, il rischio è che, per aggirare il divieto, si riduca l’uso dei condom mettendo a rischio la salute pubblica.
Chissà se adesso le autorità americane imporranno alle aziende produttrici l’obbligo di creare scatole contenenti al massimo due condom. Allo stato attuale, per essere sicuri davanti alla legge, chi acquista una confezione di preservativi sarà costretto a disfarsi immediatamente del numero in sovrappiù.
Di Admin (del 21/01/2010 @ 05:35:44, in Articoli, linkato 2129 volte)
Fino a ieri ero certo che Emma Bonino fosse la migliore fra le tante personalità nate per partenogenesi da Marco Pannella. Una figura di elevato spessore, capace, tra un litigio e un abbraccio, di emanciparsi dal padre padrone, di prendere su di sé le responsabilità di un partito e assolvere, in Italia come in Europa, delicati incarichi istituzionali.
E invece no, da oggi la Bonino è Emmatar, un ibrido capace di vincere la sua nuova sfida e diventare Governatrice del Lazio. Nel più innovativo degli spot elettorali, la Bonino indossa i panni di Jake Sully, l’ex marine protagonista di Avatar. Le immagini del film del momento si alternano a scene di vita reali.
È la nostra ultima possibilità, sentenzia lo spot. E non si capisce bene se ci si riferisca alle sorti della Terra o all’infinita missione dei radicali. I messaggi sono tutt’altro che subliminali. Emmatar, grazie al suo Dna politico combinato con quello della gente comune, è l’unica che può convincere una popolazione rassegnata. I precedenti capolavori del fantomatico regista, scorrono a ricordare le tante cruciali battaglie radicali, dal divorzio all’aborto, dall’obiezione di coscienza all’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti.
Chissà se Emmatar riuscirà nella dura missione che si è assegnata. Quasi preveggente, la sua stessa voce sembra esprimere un rimpianto. Se mi amaste un pochino di meno e mi votaste un pochino in più.
Di Admin (del 25/01/2010 @ 08:57:41, in Articoli, linkato 2012 volte)
Il maestro del giallo Alfred Hitchcock amava di tanto in tanto comparire lestamente nei suoi film come una qualsiasi comparsa. Un’ulteriore pennellata del suo genio. Il colpo di scena finale era la caratteristica principale dei tanti telefilm che sfornava. Opere non eccezionali, lontane dai suoi capolavori cinematografici, ma destinate a lasciare lo spettatore di stucco.
La nomina del candidato del Pd alle prossime elezioni regionali ricorda un’opera del grande regista. Non certo per la sua qualità, invero assai scadente. Ma per il colpo di scena finale che qui proviamo a svelare. Dopo la scelta del Pdl per il socialista Caldoro, il Pd accumula un imbarazzante ritardo. Le candidature del sindaco di Salerno De Luca e dell’assessore ai trasporti Cascetta, paiono essersi logorate a vicenda. Il nome nuovo, Guido Trombetti rettore della Federico II, è vincolato all’adesione dell’Udc alla coalizione, al momento improbabile.
Intanto tra spaccature e veti incrociati la scadenza di fine marzo si avvicina. Rimarrebbe lo strumento delle primarie. Ma ogni giorno che passa la coalizione avversaria ne trae un vantaggio sempre più ampio. E allora non resta che una soluzione, che certo farebbe sorridere il buon Hitchcock. Chiedere il sacrificio di candidarsi all’unica personalità in grado di affrontare e persino vincere, per caratura politica e dominio del territorio, una sfida così improba.
Di Admin (del 01/02/2010 @ 18:01:13, in Articoli, linkato 1871 volte)
Strana città Napoli. Ci si duole con regolarità della modesta offerta culturale e poi si rischia di non riconoscere l'importanza di un evento. È il caso della mostra dei Corrispondenti della guerra di Spagna che s'inaugura questa sera alle 19.00 al Cervantes di via Nazario Sauro. Fortemente voluta dal direttore dell'istituto iberico Vicente Quirante, la mostra curata da Carlos Garcia presenta trenta reportage originali della guerra civile che lacerò la Spagna dal 1936 al 1939.
Il conflitto esplose pochi mesi dopo le libere elezioni vinte dal Fronte Popolare, l’unione delle forze di sinistra, e trasformò la Spagna in un laboratorio politico, precorrendo quanto poi si sarebbe verificato su scala mondiale con lo scoppio della seconda guerra. Anche la vittoria del regime di Franco, destinato a occupare la Spagna per quasi quaranta anni, anticipò la notte che calava sul vecchio continente preda di regimi totalitari.
Al centro della mostra le cronache dei giornalisti dell’epoca. Firme che a rileggerle oggi fanno rabbrividire. Hemingway, Malraux, Dos Passos, Saint-Exupéry, Orwell, Montanelli e tanti altri raccontarono un momento cruciale della storia europea. Grazie alle loro inimitabili penne e con una passione politica che faceva capolino negli articoli senza però torcere un solo capello alla realtà dei fatti.
Quell’epoca è stata definita l’età dell’oro del giornalismo. La guerra veniva mostrata per come realmente accadeva, seguendo le alterne vicende da osservatori ravvicinati. Nulla a che vedere con i comodi alberghi a cinque stelle da dove i corrispondenti di tutto il mondo raccontavano la guerra in Iraq. Il bombardamento a tappeto di Guernica con il quale l’aviazione falangista rase al suolo la cittadina basca uccidendo duemila civili sarebbe rimasta una pagina ignota se George Steer, corrispondente del Times, non avesse reso noto al mondo ciò che Franco provò a negare per anni.
Il conflitto provocò la morte di un milione di persone. Una ferita impossibile da cicatrizzare, eppure la Spagna seppe voltare pagina e recuperare il tempo perduto, fino a divenire pilastro dell’Unione Europea. Ciò è stato possibile anche grazie alla promulgazione di una carta costituzionale moderna e progressista. All’inaugurazione sarà presente Alfonso Guerra, uno dei padri della costituzione spagnola. Un motivo in più per essere presenti.
Di Admin (del 09/02/2010 @ 07:38:32, in Articoli, linkato 2175 volte)
Non ha futuro chi smarrisce le proprie radici. Parole che condensano il senso primario delle mostre, tre all’anno, offerte alla città dall’Accademia delle Belle Arti di Napoli. ‘Maestri’ il titolo della serie di mostre che rende ancora più limpido il progetto di Giovanna Cassese, direttrice dell’Accademia, e Aurora Spinosa, curatrice della Galleria, riaperta al pubblico dopo cinquant’anni nel giugno 2005.
In un luogo suggestivo come l’Accademia la parola Maestro ha ancora un sapore antico e richiama l’immagine di colui che, artefice e protagonista nella sperimentazione, riesce a trasmettere e formare le nuove generazioni, cui idealmente cede il testimone. Su questi presupposti è parso naturale inaugurare il ciclo di esposizioni monografiche con l’opera di Guido Tatafiore.
Dotato di un talento originale, Tatafiore fu artista eclettico e pose la ricerca al centro di tutta la sua stagione. Non si esaurì dentro una tendenza, né accettò, come racconta affabilmente Renato De Fusco, i diktat provenienti da una certa oligarchia veterocomunista che volevano imporre, persino all’arte, una visione tetra e monotona della vita. Ma si spinse sempre un passo più avanti, in un continuo rinnovarsi, dal neocubismo all’astrattismo, che pure non gli impediva di lasciare il segno.
Le sue opere cominciavano a prendere forma sin dalla preparazione di tele, colori e tutto quanto necessario. Un allestimento di cui amava occuparsi in prima persona con meticolosità. Oltre che pittore fu anche musicista, suonava la chitarra e il contrabbasso, ma la sua grande passione era rivolta al mondo delle barche. Mario Franco, curatore della mostra, ricorda il momento in cui Tatafiore, suo maestro, lo invitò nello studio di Bacoli per mostrargli non le sue opere, ma la barca in legno cui stava lavorando. La mostra, visibile fino al 27 marzo, rappresenta un ulteriore passo per la completa valorizzazione di Tatafiore.
Nelle sue opere giovanili faceva spesso capolino una giacca rossa, appoggiata allo schienale di una sedia, o allineata con altre giacche anonime sospese alla parete. Un tratto distintivo che può riassumere l’inquietudine di chi è ininterrottamente all’inseguimento di un qualcosa che sa, forse, non raggiungerà mai. La tensione emotiva che anima l’artista e lo distingue da chi fa dell’arte una professione.
Di Admin (del 12/02/2010 @ 12:18:30, in Articoli, linkato 1914 volte)
Vado dove c’è la gente che si diverte. Qualcuno l’aveva scambiata per una minaccia, un monito a chiunque intendesse vivere un momento di svago. Non ci provate, che arrivo io e vi ammoscio all’istante. Invece no, il segretario del Pd Pierluigi Bersani intende solo mostrare il volto nazionalpopolare del suo partito. E per farlo, ha annunciato la sua partecipazione al Festival di Sanremo.
L’interesse verso la kermesse canora era già emersa a più riprese nei giorni precedenti. Dapprima la presa di posizione sul problema che affliggeva il paese. Il caso Morgan. Il cantante era stato escluso dalla competizione dopo aver rivelato l’uso quotidiano di droghe. Bersani era intervenuto invocando per lui una nuova possibilità. Poi la decisione di Youdem, la social tv del Pd, di mettere in piedi un bel dopofestival, colmando così il grave e improvviso vuoto creato da mamma Rai.
Insomma, il Partito Democratico ha capito da che parte spira il vento. La gente non ha voglia di confrontarsi con questioni ben più urgenti, che pure emergono prepotenti. E allora zac, ecco il Pd che non ti aspetti e un Bersani smagliante sul palco dell’Ariston. C’è da chiedersi se gli organizzatori del Festival abbiano intenzione di predisporre una nuova sezione da dedicare al leader dell’opposizione e a tutti i politici pronti a seguirne le orme. Nel qual caso il titolo è già bello e pronto. Le solite proposte.
Di Admin (del 22/02/2010 @ 22:43:10, in Articoli, linkato 1972 volte)
A ventiquattrore di distanza Nicola Cosentino ha revocato le dimissioni irrevocabili presentate il giorno precedente. La querelle si è dunque spenta nel giro di una nottata e l’onorevole di Casal di Principe è ritornato ad essere sottosegretario all’economia e coordinatore regionale del Pdl.
A scatenare l’ira di Cosentino è stato l’accordo tra Berlusconi e Casini per il quale l’Udc garantisce l’appoggio a Caldoro per la presidenza della Campania ricevendo in cambio la nomina di Zinzi a candidato per la Provincia di Caserta. Ruolo che Cosentino intendeva affidare al senatore Giuliano, dopo che lui stesso, ritrovatosi indagato per presunti rapporti con il clan dei casalesi, aveva dovuto rinunciare alla corsa per la Campania.
In quella occasione Cosentino non aveva ritenuto necessario abbandonare i propri incarichi istituzionali. Quali dunque i veri motivi delle dimissioni di Cosentino, poi repentinamente revocate? A osservare solo in superficie è facile catalogarle come gesto istintivo, un’alzata di testa contro il partito che nel mosaico delle alleanze lo aveva fortemente penalizzato. Ma forse le cose non sono così semplici.
Per comprendere appieno certe scelte bisognerebbe conoscere da vicino le pressioni asfissianti che gravano sulla testa dei politici in Campania. Una regione dove troppo spesso lo stato inefficiente viene sostituito dalla camorra. Che ha proprie regole. Non scritte, ma inderogabili.
Di Admin (del 01/03/2010 @ 11:53:46, in Articoli, linkato 5511 volte)
Quando nel settembre dello scorso anno era stato estratto da una miniera sudafricana ci si era subito resi conto di trovarsi di fronte a un esemplare unico. Un diamante grezzo di cinquecento carati, grande quanto un uovo di gallina, dal peso superiore ai cento grammi. In più, una limpidezza fuori dalla norma.
Nessuna meraviglia dunque se sia stato venduto all’asta per la ragguardevole cifra di 35 milioni di dollari. Se l’è aggiudicato una gioielleria di Hong Kong che adesso ha un’unica urgenza: trovare un cliente che possa permettersi una pietra così preziosa. Si vocifera dell’interesse del Sultano del Brunei. Di certo la casalinga di Voghera non potrà farlo suo.
Ma davvero quel brillante vale una cifra simile? Esperti ed economisti ne sono certi, tuttavia il dubbio resta. Nel racconto Il sogno di Debs, un inarrivabile Jack London narrava di uno sciopero generale che aveva messo in ginocchio gli Stati Uniti, con i ricchi possidenti costretti a vendere la propria argenteria in cambio di un piatto caldo.
In effetti un diamante risulterebbe indigesto da mangiare, e in tempo di crisi varrebbe certo assai meno del valore che gli è stato riconosciuto. Ma, evidentemente, questi non sono tempi di magra. A proposito, oggi va in scena il primo sciopero nazionale dei lavoratori immigrati che vogliono dimostrare l’importanza dell’immigrazione per la tenuta sociale ed economica del paese. Ma questa è un’altra storia.