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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Admin (del 12/05/2008 @ 20:16:24, in Articoli, linkato 2821 volte)

La pubblicità è l’anima del commercio. Chi non ha sentito almeno una volta nella vita riecheggiare questo detto. Appartengo all’ultima generazione cresciuta con Carosello, dove il messaggio pubblicitario era offerto in modo garbato. Oggi viviamo nell’epoca del web, dei telefonini ultra moderni e di mille altri ritrovati figli di una tecnologia furiosa quanto spesso inconcludente.

Tuttavia a Napoli continuano a far parlare di sé i tradizionali cartelloni pubblicitari. Nei mesi precedenti le elezioni era tutto un fiorire di faccioni di candidati premier. Un pizzico inquietanti a dire il vero. Poi è stato il turno dei “Monnezza a chi?” proposti dall’Assessore Velardi che esibiva gli innegabili patrimoni cittadini, sullo sfondo di uno slogan non del tutto convincente.

Dulcis in fundo, è toccata a una compagnia marittima donare ai napoletani la vista di un décolleté generoso oltre ogni immaginazione per pubblicizzare un nuovo collegamento navale. Con il risultato immediato di rallentare il traffico a Fuorigrotta, dove gli autisti rimanevano rapiti da tanta prorompente fisicità. Le accuse di mancanza di decoro sono fioccate puntuali.

Eppure, meno decorosa è la crescita esponenziale di questi impianti giganteschi, sbocciati senza ritegno davanti a monumenti e panorami. L’augurio è che il Comune provveda al più presto alla rimozione di gran parte della cartellonistica, che la Soprintendenza per i beni architettonici da tempo considera abusivi.

 
Di Admin (del 05/05/2008 @ 08:08:08, in Articoli, linkato 2238 volte)

Perché ciascuno di noi non invita un suo amico a Napoli e in Campania in vacanza? Con questa proposta, lanciata dalle colonne del suo blog, Antonio Bassolino ha provato a risollevare le sorti del turismo campano. Il Governatore ci ha poi raccontato di aver fatto la sua parte invitando Romano e Flavia Prodi per un week-end.

Non quello del Primo Maggio però. Forse perché già sapeva cosa attendeva i turisti sbarcati a Napoli a dispetto delle immagini della città devastata che hanno fatto il giro del mondo. Il Primo Maggio tutti i principali siti archeologici erano chiusi, ad esclusione di Capodimonte e pochi altri. Da Pompei a Ercolano, dal Museo Archeologico alla Floridiana, i visitatori si sono trovati le porte sbarrate. Senza un cartello, e con gli info-point chiusi nelle piazze principali. Il tutto a causa del mancato accordo con i sindacati per il pagamento della giornata festiva. Per la cronaca, molti lavoratori attendono ancora gli straordinari dello scorso Natale.

L’assessore regionale Velardi è furibondo: anch’egli dalle colonne del suo blog (sul web i nostri politici appaiono solerti) se l’è presa con tutti: ministero, soprintendenze e sindacati. E ha concluso: “La Regione non si presterà mai più a coprire le inadempienze altrui.” Non sempre condivido le strategie di Velardi, ma questa volta gli do ragione. E mi chiedo chi gliel’abbia fatto fare a rientrare in politica con un compito così arduo. Ah, cosa non si fa per amicizia.

 
Di Admin (del 28/04/2008 @ 08:59:04, in Articoli, linkato 1853 volte)

Pomigliano d’Arco. È sera. Un’altra giornata di assemblee e scontri si è conclusa. Franco è stanco. È uno dei 316 operai che la Fiat ha deciso di trasferire d’imperio a Nola, dove ha creato un Polo logistico.

Una scelta chirurgica. Come i deportati di un tempo. Via i più combattivi e chi fatica a reggere gli infernali ritmi produttivi. Così da avere carta bianca per poter macchiare il destino dei 316, prima. Di tutti gli altri, poi.

Franco sa che la competitività inseguita dall’azienda devasterà la sua vita. La Fiat sta trasferendo la produzione dei nuovi modelli Alfa in altri stabilimenti. In Italia, per ora. All’estero, dove il lavoro costa meno, in un futuro non lontano.

Negli ultimi giorni si era sentito meno solo. Oreste e Mimmo guidavano dall’esterno dello stabilimento una mobilitazione generosa, che aveva acceso i riflettori sulle loro angosce e rianimato la speranza. Un ideale abbraccio tra prigionieri di un solo potere. Aveva ritrovato la voglia di combattere, quella voglia mortificata da sindacati ambigui.

Poi da Torino si è abbattuta la scure. Per l’Amministratore Delegato Marchionne: “O i 316 accettano lo spostamento a Nola o chiudiamo Pomigliano.” Strategia o ricatto? Franco cammina spaesato. Il fuoco nelle viscere. Un giornale per terra. Un titolo a tutta pagina rapisce il suo sguardo. Lo raccoglie e legge: “Fiat, un trimestre da record. Vola il titolo in borsa.”

Ma per chi lavoro io? È uno sconfitto. Vittima di un sistema malato.

 
Di Admin (del 21/04/2008 @ 08:30:00, in Articoli, linkato 1961 volte)

Il provincialismo è uno dei principali difetti del giornalismo nostrano. Quando lo scorso anno furono arrestati alcuni presunti militanti delle Brigate Rosse diversi quotidiani fecero a cazzotti per assegnare alla propria città lo scettro di capitale del terrorismo.

Spero di non commettere la stessa leggerezza individuando nell’affaire Napoli una delle cruciali spiegazioni del recente terremoto elettorale che ha visto la netta affermazione della Lega e la contemporanea disfatta della sinistra radicale. Le immagini di Napoli sommersa dai rifiuti hanno fatto il giro del mondo causando danni incalcolabili.

Ma più ancora della tragica dimostrazione di incapacità degli amministratori locali, è parsa inquietante la pervicacia ostentata da Bassolino nel non prendere atto del proprio fallimento e l’impotenza imbarazzata mostrata da Veltroni di fronte al caso Napoli. Tutto ciò ha ingenerato una frattura profonda tra gli elettori e i vertici della cosiddetta sinistra.

Non bastasse tutto ciò, Bassolino imperterrito ripropone la Campania come laboratorio politico. Un progetto, quello del Governatore, che potrebbe riportare nel caravanserraglio della sinistra De Mita e Mastella. Emerge in modo chiaro come a tutt’oggi Bassolino accentri nelle sue mani un potere ancora intatto, capace di tenere in scacco i vertici nazionali del PD. Qualcosa che potrebbe somigliare vagamente a un ricatto. E che allontana drammaticamente il momento del ricambio.

 
Di Admin (del 14/04/2008 @ 08:49:50, in Articoli, linkato 1863 volte)

Negli States accade una volta l’anno. Il giorno del Superbowl, la finalissima di football americano. Milioni di telespettatori attratti dal fascino irresistibile dell’evento. In Italia il rito si celebra oggi. Alle 15 in punto scatta l’ora X.

La mattinata scorre via lenta. È noto solo il dato sull’affluenza alle urne nella giornata di ieri. Conta poco. Chi è davanti al pc aggiorna con insistenza l’home page dei quotidiani online. La rete è sovraffollata, la navigazione rallenta. Chi è incollato alla tv fa zapping frenetico. Tenta di rubare un espressione sul volto degli anchorman nostrani. Conoscono già i primi sondaggi, ma possono renderli noti solo a urne chiuse. Nessuno però, si tradisce.

Poi si parte con i primi exit pool. Da questo momento in poi è un continuo vaniloquio. Si alternano affermazioni apodittiche a richiami alla prudenza: i sondaggi possono essere errati. In gergo si parla di forchetta. È così ampia da poter ribaltare l’esito finale della consultazione. Perché allora proporli con tanta insistenza. Non si potrebbe attendere poche ore e commentare i risultati definitivi? Domanda ingenua. I sondaggi muovono danaro. Fanno la fortuna di chi li sforna, e ancor più di chi li sfrutta per assicurarsi ore di grandi ascolti televisivi.

I primi dati lasciano pochi dubbi. La rimonta da qualcuno evocata è fallita. Ora dopo ora cominciano ad affluire anche i dati del ministero. D’improvviso il colpo di scena: il senato pare essere in discussione. Qualche regione può rivelarsi decisiva. Come al solito le sezioni del Sud si attardano nello spoglio. Anche questo resta un mistero.

A tarda sera i candidati premier, fino ad allora nascosti, cominciano a far avere loro notizie. Direttamente o attraverso fidati portavoce. Su un unico punto convergono decise le analisi di tutti i leader politici: queste elezioni dimostrano l’innegabile affermazione delle loro liste. A differenza del Superbowl qui da noi non ci sono sconfitti. Loro vincono sempre.

 
Di Admin (del 07/04/2008 @ 08:17:05, in Articoli, linkato 1892 volte)

Una settantenne donna di Angri, Caterina Annarumma, ha avuto, a cavallo fra gli anni ‘60 e ‘70, 13 figli, 12 dei quali “regalati” ad estranei. A rivelarlo una delle figlie, Marina D’Esposito, che ha deciso di inseguire i suoi fratelli naturali sparsi per l’Italia. Con l’aiuto della levatrice, le gravidanze si concludevano tutte all’identico modo: qualcuno bussava alla porta, prelevava il neonato, offrendo in cambio piccole somme in danaro.

È una storia che lascia sgomenti. Figlia della miseria, dell’ignoranza, certo. Ma bisogna andare oltre. Superare giudizi stereotipati e troppo spesso inconcludenti. E porsi domande. Dov’era lo Stato mentre una donna sfornava pargoli a ripetizione? Nessuno nel suo paese si è mai accorto di quanto accadeva o ha mai pensato di intervenire per porre fine a una tragedia? Grazie a quali connivenze avvenivano le “adozioni”?

Mentre Napoli si lascia invadere sorridente dai carrozzoni politici, mentre Berlusconi canta sotto la pioggia “chi non salta milanista è!” e Veltroni butta giù dal palco Bassolino, questa vicenda ci fa sprofondare in un passato che non abbandona la città e torna a far rivivere i fantasmi. Il tempo qui pare non scorrere mai.

Se la dissennata gestione bassoliniana dei rifiuti ci ha riportato ai tempi del colera, il Berlusconi visto a Napoli ricorda molto da vicino il Comandante Lauro, un tempo padrone della città. Che oggi come ieri pare vittima di un demone rancoroso. E domenica si va a votare.

 
Di Admin (del 31/03/2008 @ 09:43:30, in Articoli, linkato 1813 volte)

Un decreto del ministero dello Sviluppo economico del 20 marzo ha ridotto l'accisa sui carburanti. La misura ha un vago sapore elettorale. Si tratta infatti di un taglio temporaneo in vigore, salvo proroga, sino al 30 aprile. In tempi di elezioni le si tentano tutte per accattivarsi l’elettorato.

Il provvedimento doveva produrre una riduzione alla pompa di 2 centesimi al litro. Pari a un risparmio di circa un euro per un pieno. Non molto, ma pur sempre qualcosa considerati gli aumenti vertiginosi dei carburanti. Un salasso continuo che negli ultimi mesi è maturato di pari passo ai violenti rialzi del costo del petrolio.

Eppure, quando mi sono recato dal mio distributore di fiducia non ho riscontrato la discesa del prezzo. Ho chiesto chiarimenti al gestore, il quale dopo un iniziale momento di smarrimento, ha farfugliato spiegazioni incomprensibili per poi gettare la maschera. Notificandomi la sua strategia.

Quando i prezzi scendono, termina prima le scorte di cui dispone, per poi applicare la riduzione. Quando i prezzi aumentano applica immediatamente i rincari. “È una mia plusvalenza” mi ha detto senza imbarazzo. Non pago, ho allora chiesto quando sarebbero finite le sue scorte. La risposta, assai infastidita, è stata “Sabato, ma per allora nuovi aumenti possono riassorbire lo sconto”.

Ho segnalato all’Agip e al ministero tale cattiva condotta. Credo che ogni cittadino dovrebbe fare altrettanto. Cambierò il mio benzinaio. Cambierà qualcosa?

 
Di Admin (del 17/03/2008 @ 08:42:32, in Articoli, linkato 1978 volte)

10 agosto 2007, Magic Word di Licola. La consueta folla all’ingresso del parco acquatico flegreo. Ma quella mattina è diversa da tutte le altre. In due si fanno spazio fra la gente e, mettendo in grave pericolo la vita di decine di persone innocenti, uccidono un camorrista. L’ennesimo atto di guerra fra i diversi clan che divorano la città.

I killer agiscono a volto scoperto. Non hanno nulla da temere. Le coscienze dei cittadini soffrono di narcolessia di giorno e riposano la notte. Incoraggiate da uno stato assente che quotidianamente dimostra le sue incapacità.

Ma qualcosa guasta il piano dei sicari. Un ragazzino vede in volto l’assassino. Fissa il suo sguardo, i suoi occhi. E non esita a riconoscerlo tra le foto mostrategli dagli investigatori. Da allora la sua è una vita blindata. Vive sotto il controllo della Polizia. La famiglia ha abbandonato la periferia di Napoli. Decisa a non tornarci più. In tribunale sarà costretto a ripetere la sua testimonianza, a confermare il suo limpido coraggio.

Una storia importante. Quel tredicenne ha vissuto nello stesso degradato contesto che spinge molti suoi coetanei nelle braccia della camorra o li relega ai margini della società. Scegliere, dunque, è ancora possibile. Ma è tanto, troppo difficile.

Quanti, fra noi, troverebbero la forza e la fiducia nelle istituzioni per seguire questo esempio, rischiando in proprio per difendere l’ideale di giustizia? Una vicenda che libera una speranza ma, con essa, anche tanta amarezza.

 
Di Admin (del 09/03/2008 @ 09:00:24, in Articoli, linkato 1796 volte)

Un invito inatteso mi riporta a Procida. Le facciate gialle e rosa delle case di Marina Grande infondono calore. Giro l’isola e i miei ricordi vacillano. Un abusivismo edilizio sfrenato, figlio del bisogno ma anche dell’avidità, ha inferto più d’una ferita all’isola. Che tuttavia conserva intatto un fascino seducente.

Il parco marino 'Regno di Nettuno' è un’opportunità, ma racchiude anche un’insidia. Viene infatti vietato il cianciolo, lo strumento usato da molti pescherecci locali. Secondo una normativa europea la rete distrugge la posidonia, una pianta dall’importante ruolo ecologico.

Eppure nella stessa area si tollera un traffico diportistico asfissiante, i cui ancoraggi distruggono la pianta ben più della pesca. Altrettanto grave è l’assenza di depuratori.

La pesca è un settore vitale per l’economia isolana e copre il fabbisogno di un quarto delle famiglie procidane. L’Adiri, guidata da Nicola Pellecchia, lotta per difendere il lavoro dei pescatori e la storia che da secoli si tramandano. Una tradizione che da sempre porta il pesce azzurro sulle nostre tavole. La proposta è quella di pescare oltre i 50 metri di profondità, salvaguardando la posidonia che esige luce e non cresce oltre i 40 metri.

Le zone protette sono decisive per la difesa del mare ma devono sostenere le terre che accarezzano e non generare povertà. La difesa dell’ambiente non deve trasformarsi in una politica demagogica e strumentale. I no dei verdi non sempre giovano alla Campania.

 
Di Admin (del 03/03/2008 @ 08:55:39, in Articoli, linkato 2033 volte)

Tesi di laurea precipitate nei cassonetti dell’immondizia. Centinaia di lavori in economia aziendale degli studenti dell’Università Parthenope, abbandonati insieme a spazzatura di ogni genere.

Il tutto a Via Medina, fra la cappella San Giorgio dei Genovesi, dove si discutono le lauree della Parthenope, e il Commissariato di Governo per l’emergenza rifiuti. L’università, guidata dal rettore Gennaro Ferrara, aveva dato le copie a una ditta incaricata per il macero, ma il personale, eludendo le regole della raccolta differenziata, se n’è inopinatamente liberato nei cassonetti.

I magistrati apriranno un'inchiesta per violazione della privacy. Certo un aspetto delicato, per la presenza di dati sensibili all’interno dei tomi. Così come si conferma l’assoluta mancanza di cultura che la città mostra di continuo anche di fronte a uno scenario che vede da mesi le sue strade a ancor più la propria dignità, sommersa dalla spazzatura.

Una vicenda grottesca dove trionfa lo spreco. Per la gioia delle tipografie le tesi vengono rilegate e stampate in almeno 4 copie, molte delle quali non vengono nemmeno sfogliate. Sarebbe opportuno fare un maggior ricorso ai più ecologici supporti informatici limitando al minimo necessario l’uso cartaceo.

Ma è l’immagine a ferire. Vedere le fatiche di tanti giovani marcire nella munnezza è una fin troppo facile metafora dello stato comatoso nel quale versa la città. Il grido antico di Eduardo torna a lacerare le nostre coscienze indomite. Fujtevenne…

 
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