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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Admin (del 11/05/2009 @ 08:18:33, in Articoli, linkato 1899 volte)

La Ferrari di Marchionne

Yes, we can. Lo slogan che ha accompagnato Barack Obama nella sua galoppata presidenziale, si adatta a meraviglia all’inesauribile Marchionne. Da cinque anni alla guida della Fiat, il manager italo canadese ha svelato le carte del suo piano industriale. Un impegno titanico che ha trovato da subito proprio in Obama il più illustre degli sponsor. Il Presidente americano ha parlato chiaro. La Chrysler si può salvare solo grazie alla tecnologia italiana. La frase ha riempito di orgoglio un’intera nazione, peraltro subito distratta dai divorzi del premier.

Sorretto dalla parole di Obama, Marchionne ha rilanciato. Il suo piano è globale. Non solo l’americana Chrysler, ma anche la tedesca Opel, e la svedese Saab. Manca solo, per ora, l’acquisizione di una fabbrica di modellini di auto storiche. A chi lo accusa di voler fare il brodo senza il pollo, e di dar vita a un impero colossale senza scucire nemmeno un euro, Mister Pullover non la manda a dire. Se hanno un’offerta migliore della nostra, l’accettino.

L’intero disegno, non privo di elementi di genialità e concretezza, ha il risvolto della medaglia negli inevitabili tagli alla produzione e al personale. Kaiserslautern in Germania, Anversa in Belgio, Termini Imerese e Pomigliano d’Arco in Italia, tremano. Del doman non v’è certezza. Un piccolo tratto di penna può determinare la chiusura di uno stabilimento e spingere nel baratro migliaia di famiglie. È proprio questo il mondo che vogliamo?

 
Di Admin (del 13/05/2009 @ 15:14:47, in Articoli, linkato 1801 volte)

Berlusconi nella campagna pubblicitaria di Ryan Air

L’amministratore delegato di Ryan Air era ieri a Milano per illustrare le previsioni finanziarie della sua compagnia. Ma più dei dati economici ha fatto discutere la nuova campagna pubblicitaria che ritrae Berlusconi, calice in mano, circondato da cinque raggianti fanciulle. Il brindisi è d’obbligo. “Ma certo… Vi porterò tutte in Europa!”

Non potevano farsi scappare la ghiotta occasione i grafici che già in precedenti circostanze hanno rimarcato gli eccessi del Belpaese. Come quando ritrassero Umberto Bossi con il virile dito medio sollevato, accusando il governo di infischiarsene dei passeggeri vittime degli scioperi di Alitalia.

Durante la drammatica crisi dei rifiuti che soffocò la Campania, una desolante immagine di un cumulo d’immondizia invitava a scappare via. Persino Valentino Rossi era entrato nel mirino dopo i suoi problemi con il fisco. Anche qui nessuno spazio all’interpretazione e una vignetta che riportava il pensiero del centauro “Ritorno a casa con Ryan Air… e devo pagare solo le tasse!”

La compagnia irlandese a basso costo bacchetta di continuo i governi italiani colpevoli, a loro giudizio, di favorire Alitalia con aiuti che eludono le leggi di mercato. Più veloce di un jet, la vignetta ha fatto il giro dei siti di tutta Europa. I più maliziosi sostengono che una delle fanciulle stia palpando il sedere del Cavaliere. L’ennesima riprova che Berlusconi tira. Eccome se tira.

 
Di Admin (del 19/05/2009 @ 22:25:31, in Articoli, linkato 1894 volte)

Falsi permessi per invalidi

Napoletani, popolo di diavoli, poeti e invalidi. Almeno a giudicare dai permessi per i disabili che dilagano sui cruscotti delle auto in sosta. Per averne riprova è sufficiente passeggiare lungo le strade che delimitano il centro direzionale. In media ogni due macchine, una espone un regolare grattino, l’altra un tesserino di invalidità.

Non v’è dubbio che il cuore pulsante della Napoli economica sia stato pensato in modo osceno. Al di là dei giudizi architettonici, spicca l’assoluta mancanza di servizi. A partire dai luoghi dove praticare sport, come piscine e campi da tennis, fino alla carenza strutturale dei parcheggi. A fronte di una domanda forte, le regole del mercato fanno lievitare i costi. E anche posteggiare l’auto per recarsi al posto di lavoro è fonte di un piccolo salasso.

Questo però non legittima l’adozione di pratiche scorrette a danno dei veri portatori d’handicap. È forte il dubbio infatti, che una parte di quei permessi siano utilizzati in modo improprio. Dunque, oltre ad applicare ganasce alle vetture in sosta vietata per regalare un poco di ossigeno alle asfittiche casse comunali, sarebbe prezioso provvedere a una verifica puntuale di tali permessi.

Giustificare le proprie piccole illegalità con le deficienze di una città che logora come poche altre al mondo, non è che la conferma di un concetto semplice, quanto rivoluzionario. Siamo lo specchio fedele della classe politica che ci amministra.

 
Di Admin (del 25/05/2009 @ 09:15:05, in Articoli, linkato 1840 volte)

Confalonieri e Berlusconi

A Borgo la Bagnaia in provincia di Siena si è tenuta la sesta edizione del convegno Crescere tra le righe, che indaga i rapporti tra i giovani e i mezzi di comunicazione. L’organizza l’Osservatorio Permanente dei Giovani Editori, nato nel 2000 e già fautore di un progetto vitale, il quotidiano in classe, che coinvolge un milione e mezzo di studenti. Grazie al web è stato possibile seguire i lavori in diretta.

Uno dei momenti caldi del convegno si è avuto quando Fedele Confalonieri ha dialogato con i centocinquanta studenti presenti in platea. I ragazzi hanno criticato l’eccessiva volgarità dei palinsesti Mediaset e la riproposizione continua di modelli negativi che educano in modo insano la popolazione e in particolare i più giovani.

Chiara la replica di Confalonieri. Non spetta alla televisione commerciale educare i giovani. Non pago, è andato al contrattacco lanciandosi in un grido sorprendente. Non rimbambitevi davanti alle televisioni, leggete libri, divertitevi, insomma vivete.

Lanciato dall’uomo più vicino a Berlusconi nella creazione dell’impero Mediaset, il grido di allarme non passa inosservato. Gli uomini che trent’anni fa hanno seguito i primi vagiti delle tv commerciali venivano da una storia profondamente diversa da quella attuale. A dispetto dei nuovi fenomeni tecnologici, la tv resta il media più potente. Fin dove si spingeranno gli editori del domani nell’uso di un mezzo capace di condizionare pesantemente la vita di ognuno di noi?

 
Di Admin (del 28/05/2009 @ 08:51:14, in Articoli, linkato 1809 volte)

L'amore eterno

In un’epoca di profonde trasformazioni il matrimonio resta uno dei valori fondanti della nostra società. Il giorno del fatidico sì. L’istante magico che non dimenticherai mai. Anche se, in molti casi, l’amore giurato per l’eternità svanisce tra beghe quotidiane e piccole grandi incomprensioni. Capita infatti, conoscendosi meglio e convivendo sotto lo stesso tetto, che legami indissolubili si sciolgano come neve al sole.

Ma quanto accaduto lo scorso 16 maggio nel municipio di Trieste e riportato sulle colonne del Piccolo, punta di diritto a entrare nel guinness dei primati. Il matrimonio di Andrea, 34 anni impiegato di banca, e Sara trentenne dipendente di una finanziaria, non ha superato il cambio d’abito. Come nel film Il Laureato interpretato dal grande Dustin Hofmann.

Subito dopo aver celebrato il rito civile, Sara ha avvertito la necessità di indossare un tailleur per sentirsi a proprio agio. E ha pensato bene di farsi accompagnare da un amico della coppia. I due però si sono eclissati piantando lo sposo in febbrile attesa al ristorante. Solo dopo qualche ora i due fuggitivi hanno comunicato la loro decisione e Andrea si è ritrovato solo davati a decine di invitati increduli.

Anche questa volta l’amore ha trionfato. Forse per Andrea la ferita è ancora troppo fresca. Nel tempo, capirà la fortuna che gli è capitata. Meglio un conto da pagare al ristorante, che una vita di menzogne e tradimenti. Però, Sara, non potevi pensarci un attimo prima?

 
Di Admin (del 03/06/2009 @ 08:52:38, in Articoli, linkato 5349 volte)

Schiavi

Nemmeno il tempo di mettere il campionato in cantina ed è subito calcio mercato. Il nome del momento è quello di Ezequiel Lavezzi, attaccante argentino in forza al Napoli. Il suo procuratore ha parlato chiaro. I giocatori sono persone, non schiavi. O il club raddoppia tout court l’ingaggio del suo assistito, oppure Lavezzi cambierà aria, accettando le sterline sventagliate da un club inglese.

Schiavi. Un’affermazione oltraggiosa verso i lavoratori. Quelli che sfiorano la morte per portare a casa il necessario a sopravvivere. Saras e ThyssenKrupp sono solo gli iceberg di una situazione infernale. I veri schiavi, di lavoro muoiono.

Sarà forse il caso di fare qualche conto. A un impiegato non bastano due vite per guadagnare quello che attualmente Lavezzi, e tanti altri come lui, intascano in un solo anno. E il giocatore pretende il raddoppio dell’ingaggio. Ossia ricevere in tre mesi ciò che un operaio riceve in quarant’anni di sudore.

Il procuratore svolge il ruolo che il copione gli assegna. Ma non passi il messaggio che questo andazzo è immodificabile. I giocatori guadagnano cifre irragionevoli grazie ai danari che riescono a muovere. Pay tv, quotidiani e sponsor di ogni genere fatturano cifre stratosferiche grazie a loro.

Al di là di ogni moralismo, è possibile parlare e spendere meno di pallone, magari spegnendo le tv e andando qualche volta allo stadio. Dove potrà persino capitare di abbracciare uno sconosciuto per condividere la gioia di un gol.

 
Di Admin (del 08/06/2009 @ 09:16:36, in Articoli, linkato 1794 volte)

Una scena tratta da Le mani sulla città

Stilare un bilancio di Galassia Gutenberg subito dopo la sua conclusione rischiava di essere ingeneroso. Impietosa l’immagine di una fiera del libro disertata dal pubblico, se si eccettua l’omaggio a Fabrizia Ramondino. Come pure soverchiante era la frustrazione degli editori che, pur dubbiosi, avevano concesso un’ulteriore opportunità a Galassia sobbarcandosi oneri gravosi per potervi partecipare. Trascorso qualche giorno, è possibile esprimere un giudizio sereno. Galassia non esiste più. Occorrerebbe un medico legale per accertare con precisione il momento del decesso. Certo è che oggi la creatura portata avanti da Liguori, cui bisogna riconoscere le rilevanti energie profuse, non ha più la forza di andare avanti.

In una città matura, crisi è sinonimo di riflessione e spinta propositiva per la nascita di progetti nuovi. Quale è stata la risposta di Napoli? Con il passare delle ore si è delineato un quadro della situazione che non è eccessivo definire isterico. Chi ha per venti anni guidato la fiera napoletana ha scelto, ancora una volta si potrebbe aggiungere, di non fare un passo indietro, ma di addebitare le responsabilità del fallimento alle ataviche incapacità della città e, non guasta mai, alla perdurante crisi finanziaria.

Altre voci si sono levate proponendo l’unione di tutte le forze migliori, alla conquista di un futuro radioso. Tuttavia mischiare in un cocktail malfatto visioni della città, imprenditorialità e culture profondamente distanti, ha il sapore, nella migliore delle ipotesi, dell’accozzaglia populista. E ancor più pericolose appaiono le analisi di chi in questa edizione è riuscito a scovare il seme del cambiamento in sinergie insignificanti. Insinuando il dubbio che ci fosse chi, seduto sulla riva del fiume, non aspettasse altro che vedere passare il cadavere del nemico.

È invece questa l’ora in cui progetti nuovi prendano forma e vigore. Che le realtà nascenti si tuffino, con incoscienza sbarazzina, in imprese impossibili. Che le intelligenze migliori che questo territorio è ancora in grado di esprimere, cito due uomini su tutti, Goffredo Fofi e Giuseppe Montesano, vengano coinvolte a pieno titolo in una gestione finalmente di rilievo. Con le mani libere da una politica che negli ultimi lustri è riuscita a compiere scempi in successione. Se Napoli darà prova della sua maturità, vivremo l’ora del cambiamento.

 
Di Admin (del 10/06/2009 @ 08:22:35, in Articoli, linkato 1814 volte)

Il principe ballerino

Suona, canta e balla ma non va a Strasburgo Emanuele Umberto Reza Ciro René Maria Filiberto di Savoia. Casini ci aveva provato a ricreare in politica ciò che Walter Matthau e Jack Lemmon hanno rappresentato nel cinema. Ma gli italiani non hanno sposato in pieno il progetto dell’Udc, sfasciando la strana coppia. Se Magdi Cristiano Allam è stato infatti eletto al Parlamento Europeo, Emanuele di Savoia non ce l’ha fatta.

E' stata la prima esperienza politica nel mio paese e ne sono molto orgoglioso, ha dichiarato il nipote dell’ultimo re d’Italia. In realtà si era già candidato nella circoscrizione estero alle elezioni del 2008 con la sua lista Valori e futuro, raggranellando un poco lusinghiero 0,43%. Ma il principe era fiducioso che la sua vincente partecipazione a Ballando sotto le stelle avesse aperto il cuore degli elettori e fatto dimenticare la richiesta di risarcimento avanzata allo Stato.

Correva l’anno 2007. Prima che terminassero i cinque anni dal loro rientro in Italia e ogni richiesta cadesse in prescrizione, i Savoia pretesero la restituzione dei beni confiscati dallo Stato e 260 milioni di euro. A onor del vero, lo stesso Principe se ne era presto pentito. Nel buio delle urne evidentemente ha pesato più la storia dei Savoia che le performance televisive di Emanuele. Che subito dopo aver appreso i risultati ha rilanciato: ho intenzione di continuare la carriera politica. A qualcuno è parsa una minaccia.

 
Di Admin (del 15/06/2009 @ 08:08:05, in Articoli, linkato 1818 volte)

Chi ha preso i soldi del Belice? Ce l’avevate con noi Presidente. In una delle sue indimenticabili scene Massimo Troisi, scomparso quindici anni fa e dimenticato dalle istituzioni napoletane, replicava all’allora Presidente Pertini.

Mi sono sentito anch’io chiamato in causa da Giorgio Napolitano che, durante un vertice europeo tenutosi a Palazzo Reale, ha lanciato un appello accorato ai giovani napoletani. Prendetevi cura della città. Ce l’avevate con noi Presidente. Con le giovani energie, le più entusiaste, più propense al sacrificio e meno al compromesso prezzolato, quelle agognanti una rinascita collettiva e non tese a conquistare celle di potere. Spetta ai giovani non ancora corrotti da un andazzo imperante e travolgente prendersi sulle spalle un porzione di città.

Ma se la classe politica del Belpaese ha per miracolo scoperto l’elisir della giovinezza occupando per decenni le più alte cariche istituzionali, per noi giovani restano valide semplici regole naturali. Il tempo passa. Non si è giovani per sempre. E si finisce per perdere l’entusiasmo, per lasciarsi sopraffare dallo scoramento. Impossibilitati a fornire il proprio piccolo e cruciale contributo alla crescita di una città avvolta dalle spire di un serpente che tutto stritola e ingoia.

Le sue parole Presidente, trasudano orgoglio. L’orgoglio dell’appartenenza a una città che prima ancora di poter diventare centrale in Europa, deve ritrovare se stessa e una coscienza smarrita.

 
Di Admin (del 16/06/2009 @ 10:58:11, in Articoli, linkato 1836 volte)

Gennaio 1959. Il generale Batista ha abbandonato L’Avana. Fidel Castro entra in città da trionfatore. È l’inizio della Rivoluzione Cubana. Cinquant’anni dopo il Lider Maximo ha due urgenze. Combattere il male arcigno che lo ha aggredito, e trovare un successore capace di reggere una simile eredità. Il fratello Raul, alla soglia degli ottant’anni, non garantisce un futuro sereno. Né alla sua altezza sembra essere il figlio Lothario. Dalla sua l’età, i natali, e poco altro.

Come sembra confermare la trappola tesagli da Luis Dominguez, un blogger di origine cubana, che per otto mesi ha chattato con il figlio di Castro lasciandogli credere di essere una giovane e attraente giornalista colombiana. Lothario si è lasciato trascinare in un caldissimo rapporto virtuale, condito da scambi di fotografie e frasi piccanti. Infine ha chiesto alla sua preda di poterla finalmente incontrare. Solo allora Dominguez è venuto allo scoperto rivelando la sua vera identità.

L’hacker ha dichiarato di aver voluto dimostrare la disparità di trattamenti presenti sul territorio cubano, dove l’accesso a internet è interdetto a gran parte della popolazione, mentre Lothario disponeva di un Blackberry con il quale chattare e navigare liberamente. Giusto o sbagliato che sia, le chat creano nuove coppie in un batter d’ali. Al rampollo di Fidel invece sono serviti otto mesi per accorgersi di essere preso in giro. Beffato da una chat. Chi sa cosa ne direbbe il Che.

 
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