Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Admin (del 07/07/2008 @ 22:20:32, in Articoli, linkato 2152 volte)
Uscita Torre Annunziata sud chiusa. Da tempo lo stesso avviso mi accompagna durante i viaggi autostradali. Avvertimento per gli automobilisti o monito a non dimenticare? Tutto accadde lo scorso 6 ottobre quando un uomo di 65 anni, Vincenzo Porzio, morì annegato nella sua auto in un sottopassaggio completamente allagato dalla pioggia. La moglie riuscì a salvarsi rifugiandosi sul tettuccio dell’automobile.
Il PM Barbara Trotta, della procura di Torre Annunziata guidata da Diego Marmo, sequestrò immediatamente il sottopasso avviando l’inchiesta. Misura provvidenziale: la tragedia, già sfiorata in passato, poteva ripetersi e causare nuove vittime.
Ma il seguito della storia lascia ancora più amareggiati. Nove mesi e i solleciti dei magistrati non sono stati sufficienti a riaprire lo svincolo. Mancano le opportune garanzie in un inammissibile rimpallo di responsabilità tra i sindaci della zona, la società Autostrade meridionali e le istituzioni provinciali e regionali. Motivo del contendere l’apertura della nuova condotta fognaria che sostituirebbe la vecchia, incapace di reggere alle piogge. Manca però l’ok all’allacciamento con il depuratore incompiuto da venti anni. Quand’anche dovesse essere ultimato non sarà utilizzabile perché non in grado di depurare le acque come imposto dalle nuove normative.
Una vicenda paradossale che mette a nudo le vergogne di politici e dirigenti irresponsabili. Morire così è un’assurda follia. A loro interessa poco.
Di Admin (del 14/07/2008 @ 22:02:57, in Articoli, linkato 2015 volte)
La caduta del palazzo al civico 25 di Via Portacarrese mi riporta alla mente “Cronache dalla città dei crolli”. Il bel libro di Sergio de Santis racconta una città dove i palazzi si sbriciolano uno dopo l’altro rinsaldando le divisioni tra il quartiere ricco, intatto nei suoi privilegi, e i sobborghi dei tanti ridotti a vivere nelle caverne.
Anche il crollo ai Quartieri Spagnoli pare uscito dalla vivida penna di uno scrittore capace di attingere generosamente alla storia di Napoli. Dalla dominazione spagnola, durante la quale fu costruito il quartiere destinato a ospitare le truppe militari e dove da subito prostituzione e criminalità dilagarono impuniti, al terremoto del 1980 che lesionò molti di quegli edifici. Dall’ombra della camorra che ha usato il palazzo disabitato per nascondervi i propri arsenali, alla speculazione di chi acquista immobili fatiscenti, li ristruttura senza i necessari permessi e poi li rivende con guadagni spropositati. E opera di fantasia sembra anche il fatto che la miracolosa assenza di vittime non abbia trasformato il crollo in tragedia.
In tutta questa vicenda pare celarsi un’immagine apocalittica, una sorta di ultimatum alla città affinché si scrolli da dosso il proprio vecchiume e la propria meschinità per vivere di vita nuova. Diversamente Napoli, per dirla con La Capria, rischia di degradarsi nella città allucinata dove assistere alla fine del mondo da un osservatorio privilegiato.
Di Admin (del 21/07/2008 @ 08:45:26, in Articoli, linkato 1829 volte)
Salvate Fannie e Freddie. Questo il grido lanciato da George Bush. Fannie e Freddie non sono amici del Presidente americano ma due agenzie para-governative che erogano mutui immobiliari. Il 50 % dei mutui statunitensi è nelle loro mani. Il crollo di Fannie e Freddie ha avuto inizio lo scorso anno quando sono paurosamente aumentati i casi di mancato pagamento delle rate dei mutui.
Non è facile comprendere i delicati meccanismi che regolano l’economia. È però il caso di soffermarsi su quanto sta avvenendo in Usa e potrebbe verificarsi anche qui da noi. Lo scoppio della bolla speculativa che sgonfiò le borse mondiali nel 2001 favorì la crescita vertiginosa dei valori immobiliari. Come sempre accade nei momenti di crisi il mattone si è trasformato in bene rifugio.
Ma rifugio per chi? Non certo per chi ha fatto immani sacrifici per acquistare un’abitazione. In tanti sono stati costretti a contrarre mutui infiniti a rate proibitive. Per anni le banche hanno offerto dei tassi convenienti(?) contribuendo a far lievitare il prezzo delle case. Oggi, con l’impennata del costo della vita, molte famiglie sono sull’orlo del precipizio e rischiano di perdere l’immobile.
Anche le banche, dopo aver a lungo maturato profitti stellari, si ritrovano in difficoltà. Ma a risolvere i loro problemi ci pensano i governi centrali pronti a soccorrere con i soldi dei contribuenti chi ha attuato politiche dissennate. A chi rischia di ritrovarsi senza un tetto bhè, che si arrangi!
Di Admin (del 28/07/2008 @ 08:58:08, in Articoli, linkato 1988 volte)
L’ex Presidente di Confindustria Antonio D’Amato ha invitato negli scorsi giorni i principali rappresentanti della stampa estera a visitare le industrie d’eccellenza campane. Dopo aver raccontato senza sconti, come è giusto che sia, la Napoli sommersa dai rifiuti, i giornalisti stranieri hanno avuto modo di scoprire l’altra faccia della città.
Se tutti conoscevano le ricchezze storiche che impreziosiscono la città, nessuno immaginava che nella terra di Gomorra esistessero realtà tecnologicamente all’avanguardia come il polo orafo del Tarì, la Kiton noto brand dell’abbigliamento sartoriale, il polo logistico del Cis di Nola o la Seda di D’Amato leader in Europa nella produzione di imballaggi alimentari.
Certo da solo l’evento non basterà a sanare l’immagine sfregiata di Napoli affermatasi con violenza nel mondo. Occorrerà molto tempo e altrettanti fatti. Ma è un passo. Uno in più di quelli mai compiuti dai nostri governanti tutti presi a cincischiarsi tra beghe interne e croniche incapacità.
Tra imprenditori coraggiosi e politici inadeguati, a decidere le sorti della città sarà la rinascita di una società civile autentica. Vi è urgenza di spiriti liberi che non si preoccupino di coltivare i salotti influenti. Uomini capaci di offrire idee forti alla classe politica e di incidere sugli industriali, ricordandogli che non un profitto cieco e dissennato ma un benessere sano e generalizzato deve essere il fine ultimo delle loro imprese.
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