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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Admin (del 01/12/2008 @ 08:40:16, in Articoli, linkato 1999 volte)

Morire di lavoro

1.200 euro al mese e l’opportunità di lavorare vicino casa. Lo stipendio non è granché ma stare vicino alla moglie e al figlio di un anno ha un valore supremo per Ciro. Tre mesi prima ha lasciato il lavoro a Roma. Ha faticato per ritrovarlo dalle nostre parti. Poi la sua esperienza decennale ha convinto la Cdn di Marigliano ad assumerlo. Sì, potrà anche capitare di andare in trasferta per qualche lavoro, ma poi si torna giù e magari con qualche soldo in più nella tasca.

Forse pensa a questo Ciro giovedì mattina alla Stazione Centrale, Binario 19. Con il consueto scrupolo indossa l’abbigliamento antinfortunistico necessario e si appresta a salire su di un traliccio per il rinnovamento della linea di alimentazione elettrica dei treni. È un’operazione programmata da tempo. Per il personale RFI non ci sono controindicazioni. La corrente è sospesa da tempo.

Ciro sale sulla scala e comincia il suo intervento. Poi, un’improvvisa quanto violenta scarica di 3.000 volt brucia in un sol istante tutti i suoi sogni. I colleghi tentano un disperato soccorso, ma incontrano difficoltà persino nel sottrarre il corpo di Ciro a quell’abbraccio mortale. Per lui non c’è più niente da fare.

Ora la magistratura indagherà per capire perché l’alimentazione non era bloccata e perché non sono scattati gli interruttori di sicurezza. Ma nulla potrà cambiare il finale assurdo di questa e di troppe altre storie simili. Ciro lavorava vivere. Il lavoro gli ha il rubato la vita.

 
Di Admin (del 08/12/2008 @ 18:20:05, in Articoli, linkato 1903 volte)

Dopo lo scandalo rifiuti all’orizzonte si profila una piccola tangentopoli nostrana. Una continua emergenza soffoca la città. Nel frattempo ce ne restiamo immobili accumulando ritardi sempre più profondi. Partendo dalla sua storia, dal suo passato, Napoli deve riprendere a disegnare il suo futuro.

È questo il tema che ha animato il master internazionale in progettazione d’eccellenza per la città storica. Un gruppo di architetti di fama mondiale come Alvaro Siza, Rafael Moneo, Alberto Izzo, David Chipperfield, in collaborazione con professionisti come Nicola Di Battista, Ferruccio Izzo e Giovanni Francesco Frascino, ha analizzato il centro antico della città.

Per comprendere a pieno il ventre di Napoli e i suoi problemi ancora irrisolti, gli studiosi sono partiti dalle ragioni che hanno determinato quei luoghi. Ai loro occhi sono balzate le stridenti contraddizioni tra un’architettura di qualità e costruzioni prive di senso. Fino a giungere a una conclusione suggestiva: in un contesto stratificato come il nostro è difficile aggiungere, più facile sottrarre.

L’attenzione progettuale si è soffermata su aree lungo i margini della città di fondazione greco-romana. Gli interventi pensati nell’area del vecchio policlinico, in via Foria, lungo le mura nord-orientali e in Via Armanni, hanno il preciso scopo di vivificare un dialogo, oggi reciso, tra la Napoli intra ed extra moenia. Idee che se realizzate aiuterebbero la città a riprendere un cammino interrotto.

 
Di Admin (del 15/12/2008 @ 09:50:38, in Articoli, linkato 1929 volte)

Mergellina - Chalet delle Rose

Venerdì sera a Trentola Ducenta un commando a bordo di un’auto ha esploso un centinaio di colpi di kalashnikov contro un’abitazione. I sicari non hanno raggiunto il vero obiettivo ferendo invece una donna che aveva l’unico torto di trovarsi al posto giusto, la cucina del suo appartamento, nel momento sbagliato. Un pensiero stereotipato e assai in voga si soffermerebbe sui mali dell’agro aversano dove la criminalità impazza in beffa a uno stato inadeguato.

Poche ore dopo un nuovo far west si è invece scatenato in uno chalet di Mergellina, il salotto buono della città. Due ragazzi sono stati feriti. Anche loro avevano l’unica colpa di trovarsi nel posto giusto, chi a festeggiare un’amica, chi a bere un caffé, nel momento sbagliato. Serena e Vincenzo non c’entravano nulla nella sparatoria creata da un folle che intendeva vendicare un qualche torto subito in precedenza. I due giovani sono in ospedale, il destino appeso a un filo. Bene che vada Vincenzo ci avrà rimesso un rene e un tratto di intestino, Serena si ritroverà un polmone perforato.

È corretto parlare di caso fortuito, di cose che possono accadere e in nessun modo essere prevenute? È più vero dire che il degrado e la violenza hanno raggiunto a Napoli picchi paragonabili solamente all’indifferenza e alle arroganti incapacità di chi amministra e controlla il territorio. In strada ci si muove accompagnati da uno sgradevole disagio e dalla sensazione opprimente che ci stiano rubando la città.

 
Di Admin (del 22/12/2008 @ 08:38:08, in Articoli, linkato 1798 volte)

Il Cardinale Sepe e Aurelio De Laurentiis

Caro Cardinale Sepe, scrivo per ringraziarla per il suo amore verso la città. Dal suo arrivo ha ricreato un rapporto vivo con la gente. Superando la fredda distanza che il suo predecessore, su questo Lei non sarà d’accordo, aveva lasciato nel cuore dei napoletani.

Ha formato la sua squadra di governo, scegliendo i sacerdoti migliori e dividendo con loro le gravi responsabilità che attanagliano chiunque ricopra incarichi istituzionali a Napoli.

Ha cercato il dialogo con tutti e in tutti i modi possibili. Conversando all’interno di un Duomo spesso gremito, o con gli amici che l’hanno contattata attraverso Facebook. Nelle sue parole lo sprone alla città per liberarsi dai suoi mali si alterna agli inviti a non abbattersi.

Vittime di politici inetti, ai pochi uomini validi chiediamo sempre di più. E chi sono io per chiederle di non cadere in eccessi di generosità che possono nuocere ai napoletani? Come invocare il Santo Patrono per risolvere dall’alto lo sconcio dei rifiuti che ammorbavano la città. O invitare il presidente De Laurentiis ad adeguare gli stipendi di Lavezzi e altri campioni del club.

Ci attendono periodi critici durante i quale i privilegi dei calciatori diverranno ancora più stridenti. I tifosi la pensano come Lei, ma sono certo che le sorti del suo gregge Le sono più a cuore di quelle degli strapagati professionisti del calcio. Perché non basta che vinca il Napoli per risollevarci.

Buon Natale Cardinale, e che ‘a Maronna ce accumpagne.

 
Di Admin (del 23/12/2008 @ 08:27:47, in Articoli, linkato 1811 volte)

Bush sfugge al lancio della scarpa del giornalista Muntadar al-Zeidi

Ducati 271, il modello del momento. Non parliamo della moto con cui l’azienda di Borgo Panigale sfiderà Valentino Rossi, ma del modello di scarpe scagliate dal giornalista iracheno Muntadar al-Zeidi contro George Bush durante la sua ultima visita in Irak.

Tanti hanno provato ad assumersi la paternità delle scarpe, ma la Ramazan Baydan è stata la più abile a creare il tam tam. Impossibile smentirla, visto che le scarpe sono state distrutte dai servizi segreti, preoccupati che contenessero esplosivo.

Il lancio si è tradotto in un inaspettato volano per l’azienda turca che ha assunto 100 lavoratori per fronteggiare l’ondata di ordini sopraggiunti. Il direttore di fabbrica ha precisato che il costo è rimasto immutato a 40 dollari e che le scarpe sono più leggere di come appaiono.

Se la Baydan gongola, meno bene se la passa il giornalista accusato di aggressione a un capo di Stato. Al-Zeidi rischia fino a 15 anni di carcere per il suo gesto. Una pena a dir poco spropositata. Sarebbe il caso che i giudici derubricassero l’atto a semplice tentativo di aggressione, condannando al-Zeidi al pagamento di una multa da devolvere magari alle associazioni che tutelano gli orfani della guerra in Irak.

Una guerra che lo stesso Bush ha definito un errore provocato dalle errate informazioni sulle armi di distruzioni di massa. Intanto 4.500 soldati americani e un numero imprecisato di civili iracheni, tra centomila e un milione, hanno perso la vita per l’errore di Bush.

 
Di Admin (del 29/12/2008 @ 11:16:16, in Articoli, linkato 1923 volte)

I giorni della vergogna

L’anno che sta arrivando tra un anno passerà, cantava Lucio Dalla. Può darsi che così sarà per il 2009 alle porte ma, al di là di ciò che attesta il calendario, il 2008 disgraziatamente non si chiude qui. Napoli pagherà nel tempo i nefandi effetti di questo annus horribilis. E saranno rate salatissime.

Un anno iniziato sulle barricate da chi manifestava contro l’apertura della discarica a Chiaiano e finito con una piccola e melmosa tangentopoli locale i cui contorni sono ancora tutti da definire. Una tempesta che ha sconvolto la città senza per’altro minimamente scalfire l’indecente arroganza di chi l’amministra.

In prima fila a raccontare senza sconti la città, i giornalisti di questo free press. Amalia, Alessandro, Arnaldo, Ciro e tutti gli altri, sono scesi in strada, hanno guardato negli occhi l’animo ferito di una città senza più timonieri e che non sa dove andrà a sbattere. L’hanno fatto in maniera pulita e coraggiosa, rivelando giorno dopo giorno le miserie di una città capace solo di prendersela con i più deboli. Hanno firmato i loro pezzi finendo spesso nel mirino e pagando sempre di persona.

Verrebbe da chiedersi: chi glielo fa fare? Difficile rispondere senza cadere nella retorica. Di certo, oltre a una passione per un mestiere oramai in via di estinzione, la voglia di non mollare, di sollevare una voce dissonante dal coro che imperversa e soffoca Napoli come la mucillagine il mare.

 
Di Admin (del 05/01/2009 @ 08:01:53, in Articoli, linkato 1869 volte)

La tarantella

C’è chi ha già ripreso a lavorare e chi tornerà dopo l’epifania. Ma per molti oggi è il primo giorno lavorativo dell’anno. Anche per me, ma le cose si sono messe male sin dal principio. Ha iniziato la sveglia, sfrantummata lo ammetto, a fare i suoi capricci. Come nel 2008, mi sono detto. L’anno nuovo è appena scattato e già sono in ritardo.

Il tempo di vestirsi ed ero già in macchina. In autostrada il telepass sfrantummato non ha funzionato impedendomi a lungo il passaggio al casello. Mi sono voltato certo di incrociare l’ira degli automobilisti in coda. Per buona sorte nei loro occhi ho ritrovato un’insolita rassegnazione.

Giunto nel cuore della City ero certo che le cose sarebbero migliorate. Mi sbagliavo. Al bar la macchinetta del caffè non funzionava. Si è sfrantummata, si è giustificato il gestore, toccherà cambiarla. Intorno a me volti sfrantummati che non riuscivano a velare la necessità di un sostanziale rimpasto nella loro vita.

Ho deciso allora di telefonare al direttore della casa editrice. C’è da discutere delle bozze del libro al quale stiamo lavorando. Niente da fare. Qualche addetto sfrantummato dell’aeroporto di Parigi aveva per errore imbarcato le sue valigie che ora vagavano serenamente nei cieli di chissà quale continente.

Un inizio del 2009 davvero sfrantummato, per dirla con le parole del sindaco Jervolino. Anche per lei sono finite le feste. Non è più l’ora di balli e tarantelle, ha ricordato a Veltroni e Nicolais. Ogni limite ha una pazienza direbbe Totò.

Il sindaco difende con le unghie la sua dignità personale e pone il suo aut aut ai vertici del PD. Qualche assessore sfrantummato posso anche sostituirlo, ma di azzeramento della giunta non se ne parla proprio. Altrimenti tutti a casa ed elezioni in primavera, ha minacciato Rosetta.

Prospettiva agghiacciante per Veltroni che, pur di procrastinare la batosta che attende il suo partito alle prossime amministrative, pare voler accontentare il Sindaco. Peccato.

 
Di Admin (del 07/01/2009 @ 11:06:56, in Articoli, linkato 3294 volte)

Upsy Daisy

Non si è ancora insediato alla Casa Bianca e già Obama si trova a dover fare i conti con problemi inaspettati. Superata l’euforia iniziale, la sensazione di aver scritto una indimenticabile pagina di storia, sulla scrivania di Barack piovono le prime cattive notizie. Non lo scandalo Richardson, il titolare del dicastero al Commercio coinvolto in un’indagine federale. Questi sono piccoli incidenti di percorso. Ma la coltellata infertagli dai cugini anglosassoni no, questa non se la aspettava proprio.

E ancor più delusi di lui sono state le migliaia di bambini inglesi a cui i genitori hanno regalato la bambola Upsy Daisy, personaggio della nota serie televisiva In the Night Garden. Si son trovati di fronte una bambola dalla carnagione slavata. Upsy Daisy, l’idolo dei bambini, è senza ombra di dubbio nera. Da qui le accuse di razzismo che hanno investito la BBC e che hanno indotto i dirigenti inglesi a un rapido dietrofront. Ritireranno dal mercato il prodotto incriminato, con l’impegno di far arrivare entro Pasqua una bambola nera come l’originale.

Nel malcontento generale, solo una voce potrebbe levarsi a difesa della BBC. Quella di Michael Jackson che, a dispetto dei problemi finanziari che lo attanagliano, non esiterebbe a staccare un assegno e portarsene a casa un gran numero di esemplari. La celebre pop star sa bene come far diventare Upsy Daisy completamente albina.

 
Di Admin (del 13/01/2009 @ 11:45:31, in Articoli, linkato 1775 volte)

Le parole di Raffaele La Capria mettono a nudo con la consueta lucidità la violenta crisi che soffoca la Campania. Azzerare tutto, allontanare una ‘classe digerente’ capace solo di mangiarsi la città è una necessità improcrastinabile. Ma poi, quale domani ci attende? È forse cresciuta in questi anni una nuova generazione di politici in grado di risollevare le sorti di Napoli?

È avvilente ascoltare la soluzione invocata da Veltroni: piazzare lo scrittore del momento dietro una scrivania e fargli tenere lezioni di moralità ai futuri dirigenti. Insomma, per dirla alla Gelmini, un maestro unico che alleva i nostri prossimi amministratori. E, visto che ci siamo, allo scrittore poi gli facciamo fare anche il sindaco.

Proposte indecenti che giovano forse al prestigio di chi le riceve ma che ingannano la cittadinanza. Riferendosi al suicidio di Nugnes la Jervolino ha parlato di un sussulto di dignità. Rivolta a un uomo che si è appena tolto la vita ha il suono tetro di un’espressione sciagurata.

Un sussulto di dignità, se fossi un medico, lo prescriverei ad altri. Ai nostri consumati politici cui manca il coraggio di lasciare, al leader del PD che potrebbe serenamente tornare a occuparsi di cinema, ai maestri unici che fanno dei cancri di una regione lo strumento per trasformarsi in oracoli e creare posizioni di potere, a una società civile che deve ricompattarsi e trovare i mezzi per offrire un contributo vitale alla città.

 
Di Admin (del 15/01/2009 @ 10:02:17, in Articoli, linkato 1858 volte)

Alberto Tomba

Pirmin Zurbriggen, Marc Girardelli, Jure Kosir sono solo alcuni dei grandi campioni che in passato hanno tentato di fermare Alberto Tomba. Ma non c’era niente da fare, superare Tomba la bomba era un’impresa più unica che rara. Cinquanta successi tra i paletti, una coppa del mondo, tre ori olimpici. Quante vittorie. E quante emozioni regalate dal formidabile sciatore bolognese.

Mettere Tomba ko è stato il sogno di tanti fuoriclasse. C’è riuscito, nel peggiore dei modi, un automobilista ucraino. È accaduto, nei primi giorni del 2009 a Pragelato in Piemonte, che Tomba sia rimasto bloccato nella sua vettura all’uscita di un hotel. A impedirgli il passaggio una monovolume in difficoltà a causa della neve. Ne è nato un diverbio chiuso da un cazzotto al volto del campione. I medici che l’hanno visitato hanno per fortuna escluso complicazioni.

Non è la prima volta che di Tomba si parla per vicende che nulla hanno a che vedere con lo sport. Come accadde nel giorno di Santo Stefano del 1993 quando il carabiniere Tomba restò imbottigliato nel traffico di Cortina d’Ampezzo e, forse per non far annoiare l’allora fidanzata Martina Colombari, non esitò a farsi largo tra le auto bloccate servendosi di paletta e lampeggiante blu.

Commentando il brutto episodio occorsogli a Pragelato, Tomba, che ha annunciato di voler querelare la controparte, si è detto sconcertato. Succede quando lungo la via incontri qualcuno ancora più arrogante di te.

 
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