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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Admin (del 28/04/2008 @ 08:59:04, in Articoli, linkato 1841 volte)

Pomigliano d’Arco. È sera. Un’altra giornata di assemblee e scontri si è conclusa. Franco è stanco. È uno dei 316 operai che la Fiat ha deciso di trasferire d’imperio a Nola, dove ha creato un Polo logistico.

Una scelta chirurgica. Come i deportati di un tempo. Via i più combattivi e chi fatica a reggere gli infernali ritmi produttivi. Così da avere carta bianca per poter macchiare il destino dei 316, prima. Di tutti gli altri, poi.

Franco sa che la competitività inseguita dall’azienda devasterà la sua vita. La Fiat sta trasferendo la produzione dei nuovi modelli Alfa in altri stabilimenti. In Italia, per ora. All’estero, dove il lavoro costa meno, in un futuro non lontano.

Negli ultimi giorni si era sentito meno solo. Oreste e Mimmo guidavano dall’esterno dello stabilimento una mobilitazione generosa, che aveva acceso i riflettori sulle loro angosce e rianimato la speranza. Un ideale abbraccio tra prigionieri di un solo potere. Aveva ritrovato la voglia di combattere, quella voglia mortificata da sindacati ambigui.

Poi da Torino si è abbattuta la scure. Per l’Amministratore Delegato Marchionne: “O i 316 accettano lo spostamento a Nola o chiudiamo Pomigliano.” Strategia o ricatto? Franco cammina spaesato. Il fuoco nelle viscere. Un giornale per terra. Un titolo a tutta pagina rapisce il suo sguardo. Lo raccoglie e legge: “Fiat, un trimestre da record. Vola il titolo in borsa.”

Ma per chi lavoro io? È uno sconfitto. Vittima di un sistema malato.

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Di Admin (del 21/04/2008 @ 08:30:00, in Articoli, linkato 1944 volte)

Il provincialismo è uno dei principali difetti del giornalismo nostrano. Quando lo scorso anno furono arrestati alcuni presunti militanti delle Brigate Rosse diversi quotidiani fecero a cazzotti per assegnare alla propria città lo scettro di capitale del terrorismo.

Spero di non commettere la stessa leggerezza individuando nell’affaire Napoli una delle cruciali spiegazioni del recente terremoto elettorale che ha visto la netta affermazione della Lega e la contemporanea disfatta della sinistra radicale. Le immagini di Napoli sommersa dai rifiuti hanno fatto il giro del mondo causando danni incalcolabili.

Ma più ancora della tragica dimostrazione di incapacità degli amministratori locali, è parsa inquietante la pervicacia ostentata da Bassolino nel non prendere atto del proprio fallimento e l’impotenza imbarazzata mostrata da Veltroni di fronte al caso Napoli. Tutto ciò ha ingenerato una frattura profonda tra gli elettori e i vertici della cosiddetta sinistra.

Non bastasse tutto ciò, Bassolino imperterrito ripropone la Campania come laboratorio politico. Un progetto, quello del Governatore, che potrebbe riportare nel caravanserraglio della sinistra De Mita e Mastella. Emerge in modo chiaro come a tutt’oggi Bassolino accentri nelle sue mani un potere ancora intatto, capace di tenere in scacco i vertici nazionali del PD. Qualcosa che potrebbe somigliare vagamente a un ricatto. E che allontana drammaticamente il momento del ricambio.

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Di Admin (del 14/04/2008 @ 08:49:50, in Articoli, linkato 1848 volte)

Negli States accade una volta l’anno. Il giorno del Superbowl, la finalissima di football americano. Milioni di telespettatori attratti dal fascino irresistibile dell’evento. In Italia il rito si celebra oggi. Alle 15 in punto scatta l’ora X.

La mattinata scorre via lenta. È noto solo il dato sull’affluenza alle urne nella giornata di ieri. Conta poco. Chi è davanti al pc aggiorna con insistenza l’home page dei quotidiani online. La rete è sovraffollata, la navigazione rallenta. Chi è incollato alla tv fa zapping frenetico. Tenta di rubare un espressione sul volto degli anchorman nostrani. Conoscono già i primi sondaggi, ma possono renderli noti solo a urne chiuse. Nessuno però, si tradisce.

Poi si parte con i primi exit pool. Da questo momento in poi è un continuo vaniloquio. Si alternano affermazioni apodittiche a richiami alla prudenza: i sondaggi possono essere errati. In gergo si parla di forchetta. È così ampia da poter ribaltare l’esito finale della consultazione. Perché allora proporli con tanta insistenza. Non si potrebbe attendere poche ore e commentare i risultati definitivi? Domanda ingenua. I sondaggi muovono danaro. Fanno la fortuna di chi li sforna, e ancor più di chi li sfrutta per assicurarsi ore di grandi ascolti televisivi.

I primi dati lasciano pochi dubbi. La rimonta da qualcuno evocata è fallita. Ora dopo ora cominciano ad affluire anche i dati del ministero. D’improvviso il colpo di scena: il senato pare essere in discussione. Qualche regione può rivelarsi decisiva. Come al solito le sezioni del Sud si attardano nello spoglio. Anche questo resta un mistero.

A tarda sera i candidati premier, fino ad allora nascosti, cominciano a far avere loro notizie. Direttamente o attraverso fidati portavoce. Su un unico punto convergono decise le analisi di tutti i leader politici: queste elezioni dimostrano l’innegabile affermazione delle loro liste. A differenza del Superbowl qui da noi non ci sono sconfitti. Loro vincono sempre.

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Di Admin (del 07/04/2008 @ 08:17:05, in Articoli, linkato 1876 volte)

Una settantenne donna di Angri, Caterina Annarumma, ha avuto, a cavallo fra gli anni ‘60 e ‘70, 13 figli, 12 dei quali “regalati” ad estranei. A rivelarlo una delle figlie, Marina D’Esposito, che ha deciso di inseguire i suoi fratelli naturali sparsi per l’Italia. Con l’aiuto della levatrice, le gravidanze si concludevano tutte all’identico modo: qualcuno bussava alla porta, prelevava il neonato, offrendo in cambio piccole somme in danaro.

È una storia che lascia sgomenti. Figlia della miseria, dell’ignoranza, certo. Ma bisogna andare oltre. Superare giudizi stereotipati e troppo spesso inconcludenti. E porsi domande. Dov’era lo Stato mentre una donna sfornava pargoli a ripetizione? Nessuno nel suo paese si è mai accorto di quanto accadeva o ha mai pensato di intervenire per porre fine a una tragedia? Grazie a quali connivenze avvenivano le “adozioni”?

Mentre Napoli si lascia invadere sorridente dai carrozzoni politici, mentre Berlusconi canta sotto la pioggia “chi non salta milanista è!” e Veltroni butta giù dal palco Bassolino, questa vicenda ci fa sprofondare in un passato che non abbandona la città e torna a far rivivere i fantasmi. Il tempo qui pare non scorrere mai.

Se la dissennata gestione bassoliniana dei rifiuti ci ha riportato ai tempi del colera, il Berlusconi visto a Napoli ricorda molto da vicino il Comandante Lauro, un tempo padrone della città. Che oggi come ieri pare vittima di un demone rancoroso. E domenica si va a votare.

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