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L'ora del verdetto, un attesa da Superbowl
Di Admin (del 14/04/2008 @ 08:49:50, in Articoli, linkato 1862 volte)

Negli States accade una volta l’anno. Il giorno del Superbowl, la finalissima di football americano. Milioni di telespettatori attratti dal fascino irresistibile dell’evento. In Italia il rito si celebra oggi. Alle 15 in punto scatta l’ora X.

La mattinata scorre via lenta. È noto solo il dato sull’affluenza alle urne nella giornata di ieri. Conta poco. Chi è davanti al pc aggiorna con insistenza l’home page dei quotidiani online. La rete è sovraffollata, la navigazione rallenta. Chi è incollato alla tv fa zapping frenetico. Tenta di rubare un espressione sul volto degli anchorman nostrani. Conoscono già i primi sondaggi, ma possono renderli noti solo a urne chiuse. Nessuno però, si tradisce.

Poi si parte con i primi exit pool. Da questo momento in poi è un continuo vaniloquio. Si alternano affermazioni apodittiche a richiami alla prudenza: i sondaggi possono essere errati. In gergo si parla di forchetta. È così ampia da poter ribaltare l’esito finale della consultazione. Perché allora proporli con tanta insistenza. Non si potrebbe attendere poche ore e commentare i risultati definitivi? Domanda ingenua. I sondaggi muovono danaro. Fanno la fortuna di chi li sforna, e ancor più di chi li sfrutta per assicurarsi ore di grandi ascolti televisivi.

I primi dati lasciano pochi dubbi. La rimonta da qualcuno evocata è fallita. Ora dopo ora cominciano ad affluire anche i dati del ministero. D’improvviso il colpo di scena: il senato pare essere in discussione. Qualche regione può rivelarsi decisiva. Come al solito le sezioni del Sud si attardano nello spoglio. Anche questo resta un mistero.

A tarda sera i candidati premier, fino ad allora nascosti, cominciano a far avere loro notizie. Direttamente o attraverso fidati portavoce. Su un unico punto convergono decise le analisi di tutti i leader politici: queste elezioni dimostrano l’innegabile affermazione delle loro liste. A differenza del Superbowl qui da noi non ci sono sconfitti. Loro vincono sempre.