Vado al Massimo
Di Admin (del 21/12/2009 @ 07:20:20, in Articoli, linkato 2013 volte)
È la parola del momento, le agenzie di stampa non parlano che di inciucio. In gergo politico il lemma ha assunto il significato di compromesso, di accordo sottobanco, e lascia intravedere un’intesa tra maggioranza e opposizione.
Di inciucio ha parlato Massimo D’Alema, fresco di bocciatura internazionale come Mister Pesc, infelice acronimo per Politica Estera e Sicurezza Comune. A conferma di una sintonia in atto, l’ex ministro degli Esteri è stato proposto dal Pdl come autorevole candidato alla commissione per i servizi segreti. D’Alema rivendica a sé capacità da timoniere navigato. Da vecchio lupo di mare che ha superato indenne mille tempeste, ritiene oggi cavalcabile l’onda dell’inciucio.
Due anni fa di fronte alle prove di dialogo fra Berlusconi e Veltroni, Panebianco si disse assai scettico e a proposito di inciucio sostenne un rapporto tra la decadenza politica di un paese e la volgarità e la sciatteria del suo linguaggio politico. Parole riproponibili ancor oggi a dimostrazione dell’immobilismo che permea la classe politica italiana.
Non vorrei apparire minuzioso, ma da partenopeo non posso non rimarcare l’uso improprio del termine. Inciucio, dalle nostre parti, indica il pettegolezzo, la maldicenza riferita alle spalle, e deriva dal ciùciù tipico di chi bisbiglia. Cosa diversa dal compromesso, o sempre per usare le parole del Massimo, dall’indecenza meno indecente. In questo caso risulta più appropriata la parola intrallazzo.
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