Di Admin (del 02/02/2009 @ 08:30:16, in Articoli, linkato 1911 volte)
Barack Obama ha almeno due validi motivi per ringraziare Aretha Franklin di essere intervenuta alla sua cerimonia di insediamento alla Presidenza degli Stati Uniti. L’aver regalato un momento di gioia con la sua voce inimitabile. E l’aver offerto con il suo sgargiante cappello un’altra immagine indimenticabile, insieme a quella del neo presidente che balbetta nel pronunciare il giuramento.
Quel cappello di lana grigia con un vistoso fiocco, paillettes e brillantini è entrato ora nel mirino dello Smithsonian Museum di Washington che raccoglie memorabilia della storia americana, e che lo vorrebbe esporre insieme al vestito indossato dalla First Lady Michelle Obama.
Aretha è perplessa. Le dispiacerebbe separarsi da un oggetto che le ricorda il momento storico a cui ha partecipato. Se me lo chiedesse, le consiglierei di conservarlo. È stata lei a renderlo straordinario con il suo sorriso, la sua classe. In un museo si ridurrebbe ad un buffo e incomprensibile cimelio.
In quella cerimonia teatrale e ingessata che da centocinquanta anni si ripete all’insediamento di ogni nuovo presidente americano, quell’improbabile copricapo è riuscito a sfuggire alla gabbia del cerimoniale. Forse per questo lo Smithsonian Museum lo vuole ad ogni costo.
La speranza è che anche della presidenza di Obama ci si possa un giorno ricordare come di un momento luminoso e fuori dagli schemi come Aretha e il suo cappello.
Di Admin (del 27/01/2009 @ 09:47:26, in Articoli, linkato 1972 volte)
Merce siamo e merce ritorneremo. A pensar così si rischia di apparire blasfemi ma forse dannatamente attuali. Sempre più spesso veniamo al mondo con un bel taglio cesareo che in molti casi si potrebbe serenamente evitare, ma poi le Regioni pagano un bel rimborso e sono tutti più contenti. Lungo il cammino rischiamo di essere trattati come una polposissima arancia da spremere fino alla fine per tutta la vita.
E anche oltre, a giudicare dall’azione che i carabinieri di Caserta hanno fatto scattare all’alba di ieri contro il racket del ‘caro estinto’. Il gip di Santa Maria Capua Vetere ha spiccato 22 mandati di arresto per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, estorsione e illecita concorrenza. Una ben oliata organizzazione di 22 persone gestiva in modo intimidatorio il mercato delle onoranze funebri. Alcuni dipendenti dell’ospedale di Caserta fornivano i dati anagrafici dei deceduti a chi gestiva il racket ricevendo un compenso tra i 100 e i 200 euro.
Ai titolari delle pompe funebri non era consentito di organizzare funerali in zone diverse da quelle pattuite. E se qualcuno violava le regole si assisteva a scene tragicomiche con il feretro conteso in modo brutale dai necrofori. Difficile sorridere di fronte a un fenomeno intollerabile. Negli ospedali si aggirano loschi figuri pronti ad accaparrarsi l’ambito prodotto. Il defunto. La malavita non ha scrupoli e non si ferma nemmeno davanti all’ultimo viaggio.
Di Admin (del 26/01/2009 @ 08:11:31, in Articoli, linkato 1847 volte)
In una democrazia matura il sistema elettorale maggioritario facilita la nascita di due gruppi contrapposti capaci di convincere l’elettorato con diverse proposte in tema di politica economica, sociale, ambientale. In Italia una serie di anomalie rendono impossibile un tale scenario. I due poli nostrani tendono ad assomigliarsi in modo preoccupante fino a rendere difficilmente distinguibili i rispettivi programmi.
Dunque potrebbe esserci spazio per un terzo protagonista capace di soddisfare quella fetta di popolazione che non si riconosce nei due schieramenti. Ma se Pdl e Pd (perfino i nomi…) si rincorrono confusamente al centro, impossibile individuare nel centro di Casini una voce realmente dissonante rispetto alle altre.
Una simile analisi non sfugge certo ai sempre sorprendenti leader della sinistra. Alle ultime elezioni la Sinistra Arcobaleno composta da Rifondazione, Comunisti Italiani e Verdi non è andata oltre uno striminzito 3%. La disfatta, anziché evidenziare tutti i limiti di una dirigenza non illuminata, ha dato il la ad una serie di lotte intestine sfociate sabato a Chianciano nell’ennesima scissione.
Nichi Vendola abbandona Rifondazione e fonda Rps. Commentando la scelta dei vendoliani, Paolo Ferrero, che proprio a Chianciano aveva a luglio vinto la sfida per la segreteria, esprime il timore che la gente andrà a casa schifata. Giudizio condivisibile, che forse si potrebbe retrodatare nel tempo.
Di Admin (del 23/01/2009 @ 08:30:21, in Articoli, linkato 1783 volte)
Il figlio che ogni mamma vorrebbe. L’emblema del politically correct. Il David Letterman italiano. Abbondano le definizioni generose nei confronti di Fabio Fazio. E anche stavolta il presentatore ligure ha messo a segno un colpo da maestro. Domenica avrà in esclusiva Carla Bruni come ospite di Che tempo che fa.
Trapelano le prime indiscrezioni. L’intervista si concentrerà su due aspetti cruciali. L’uscita del nuovo album della Bruni e il primo anniversario di matrimonio che la première dame francese festeggerà il 2 febbraio con l’amato Sarkozy. Accompagnata dalla sua band Carlà canterà due brani del suo nuovo disco. La Bruni è una donna arguta, indubitabilmente affascinante, ma le sue canzoni provocano in me un repentino calo di concentrazione, seguito da uno stato indefinibile, simile a un sonno agitato.
Eppure da un giornalista di punta della tv pubblica ci si attenderebbe ben altro. Ad esempio discutere dei motivi che hanno indotto la Francia a non adottare più la dottrina Mitterand, per la quale dal 1985 i rifugiati politici italiani non venivano estradati. E svelare i veri accordi che hanno spinto il Brasile a rifiutare l’estradizione di Cesare Battisti. Scopriremmo magari che, al di là delle note piccate del Quirinale, Francia e Italia hanno concordato una strategia comune. Perché Battisti in Italia è un problema difficile da gestire. Fazio e la sua incantevole ospite parleranno di questo? Me lo farò raccontare.
Di Admin (del 19/01/2009 @ 23:21:07, in Articoli, linkato 1858 volte)
La mafia dilaga su Facebook. Una vera e propria infiltrazione mafiosa sta attraversando il social network del momento. Per questo motivo la parlamentare Luisa Bossa, componente della commissione antimafia, ha deciso di rivolgersi al ministro Maroni sollecitando un intervento della polizia postale mirato ad allontanare queste sgradite presenze.
In effetti, navigando si scovano decine di foto di Totò Riina, gruppi inneggianti a Bernardo Provenzano e a Raffaele Cutolo. Nel gruppo Liberiamo ‘o Prufessore si legge ‘Santo, martire, leggenda, mito creatore del lavoro del sud Italia, ministro delle infrastrutture, grande commerciante di import export per l’America’. È corretto segnalare il fenomeno in atto.
Tuttavia più d’un dubbio mi assale. È impossibile arrestare simili manifestazioni. Chiuso un gruppo se ne aprirebbe immediatamente un altro e la polizia postale non può abbassare la guardia nella lotta alla pedopornografia. Non mi convince la Bossa quando afferma che ‘la mafia utilizza la rete per farsi propaganda e creare le basi per i suoi affari criminali’. Se così fosse, per assurdo, gli investigatori potrebbero monitorare con facilità tutti i presunti mafiosi che vivacchiano in rete.
Credo invece che il problema vero sia un altro. È lo Stato che si deve infiltrare in maniera profonda e irreversibile nel Sud Italia. Offrire a tanti ragazzini che vivono nell’oscurità i mezzi per allargare la propria mente e scuotere la propria coscienza.
Di Admin (del 15/01/2009 @ 10:02:17, in Articoli, linkato 1886 volte)
Pirmin Zurbriggen, Marc Girardelli, Jure Kosir sono solo alcuni dei grandi campioni che in passato hanno tentato di fermare Alberto Tomba. Ma non c’era niente da fare, superare Tomba la bomba era un’impresa più unica che rara. Cinquanta successi tra i paletti, una coppa del mondo, tre ori olimpici. Quante vittorie. E quante emozioni regalate dal formidabile sciatore bolognese.
Mettere Tomba ko è stato il sogno di tanti fuoriclasse. C’è riuscito, nel peggiore dei modi, un automobilista ucraino. È accaduto, nei primi giorni del 2009 a Pragelato in Piemonte, che Tomba sia rimasto bloccato nella sua vettura all’uscita di un hotel. A impedirgli il passaggio una monovolume in difficoltà a causa della neve. Ne è nato un diverbio chiuso da un cazzotto al volto del campione. I medici che l’hanno visitato hanno per fortuna escluso complicazioni.
Non è la prima volta che di Tomba si parla per vicende che nulla hanno a che vedere con lo sport. Come accadde nel giorno di Santo Stefano del 1993 quando il carabiniere Tomba restò imbottigliato nel traffico di Cortina d’Ampezzo e, forse per non far annoiare l’allora fidanzata Martina Colombari, non esitò a farsi largo tra le auto bloccate servendosi di paletta e lampeggiante blu.
Commentando il brutto episodio occorsogli a Pragelato, Tomba, che ha annunciato di voler querelare la controparte, si è detto sconcertato. Succede quando lungo la via incontri qualcuno ancora più arrogante di te.
Di Admin (del 13/01/2009 @ 11:45:31, in Articoli, linkato 1800 volte)
Le parole di Raffaele La Capria mettono a nudo con la consueta lucidità la violenta crisi che soffoca la Campania. Azzerare tutto, allontanare una ‘classe digerente’ capace solo di mangiarsi la città è una necessità improcrastinabile. Ma poi, quale domani ci attende? È forse cresciuta in questi anni una nuova generazione di politici in grado di risollevare le sorti di Napoli?
È avvilente ascoltare la soluzione invocata da Veltroni: piazzare lo scrittore del momento dietro una scrivania e fargli tenere lezioni di moralità ai futuri dirigenti. Insomma, per dirla alla Gelmini, un maestro unico che alleva i nostri prossimi amministratori. E, visto che ci siamo, allo scrittore poi gli facciamo fare anche il sindaco.
Proposte indecenti che giovano forse al prestigio di chi le riceve ma che ingannano la cittadinanza. Riferendosi al suicidio di Nugnes la Jervolino ha parlato di un sussulto di dignità. Rivolta a un uomo che si è appena tolto la vita ha il suono tetro di un’espressione sciagurata.
Un sussulto di dignità, se fossi un medico, lo prescriverei ad altri. Ai nostri consumati politici cui manca il coraggio di lasciare, al leader del PD che potrebbe serenamente tornare a occuparsi di cinema, ai maestri unici che fanno dei cancri di una regione lo strumento per trasformarsi in oracoli e creare posizioni di potere, a una società civile che deve ricompattarsi e trovare i mezzi per offrire un contributo vitale alla città.
Di Admin (del 07/01/2009 @ 11:06:56, in Articoli, linkato 3325 volte)
Non si è ancora insediato alla Casa Bianca e già Obama si trova a dover fare i conti con problemi inaspettati. Superata l’euforia iniziale, la sensazione di aver scritto una indimenticabile pagina di storia, sulla scrivania di Barack piovono le prime cattive notizie. Non lo scandalo Richardson, il titolare del dicastero al Commercio coinvolto in un’indagine federale. Questi sono piccoli incidenti di percorso. Ma la coltellata infertagli dai cugini anglosassoni no, questa non se la aspettava proprio.
E ancor più delusi di lui sono state le migliaia di bambini inglesi a cui i genitori hanno regalato la bambola Upsy Daisy, personaggio della nota serie televisiva In the Night Garden. Si son trovati di fronte una bambola dalla carnagione slavata. Upsy Daisy, l’idolo dei bambini, è senza ombra di dubbio nera. Da qui le accuse di razzismo che hanno investito la BBC e che hanno indotto i dirigenti inglesi a un rapido dietrofront. Ritireranno dal mercato il prodotto incriminato, con l’impegno di far arrivare entro Pasqua una bambola nera come l’originale.
Nel malcontento generale, solo una voce potrebbe levarsi a difesa della BBC. Quella di Michael Jackson che, a dispetto dei problemi finanziari che lo attanagliano, non esiterebbe a staccare un assegno e portarsene a casa un gran numero di esemplari. La celebre pop star sa bene come far diventare Upsy Daisy completamente albina.
Di Admin (del 05/01/2009 @ 08:01:53, in Articoli, linkato 1896 volte)
C’è chi ha già ripreso a lavorare e chi tornerà dopo l’epifania. Ma per molti oggi è il primo giorno lavorativo dell’anno. Anche per me, ma le cose si sono messe male sin dal principio. Ha iniziato la sveglia, sfrantummata lo ammetto, a fare i suoi capricci. Come nel 2008, mi sono detto. L’anno nuovo è appena scattato e già sono in ritardo.
Il tempo di vestirsi ed ero già in macchina. In autostrada il telepass sfrantummato non ha funzionato impedendomi a lungo il passaggio al casello. Mi sono voltato certo di incrociare l’ira degli automobilisti in coda. Per buona sorte nei loro occhi ho ritrovato un’insolita rassegnazione.
Giunto nel cuore della City ero certo che le cose sarebbero migliorate. Mi sbagliavo. Al bar la macchinetta del caffè non funzionava. Si è sfrantummata, si è giustificato il gestore, toccherà cambiarla. Intorno a me volti sfrantummati che non riuscivano a velare la necessità di un sostanziale rimpasto nella loro vita.
Ho deciso allora di telefonare al direttore della casa editrice. C’è da discutere delle bozze del libro al quale stiamo lavorando. Niente da fare. Qualche addetto sfrantummato dell’aeroporto di Parigi aveva per errore imbarcato le sue valigie che ora vagavano serenamente nei cieli di chissà quale continente.
Un inizio del 2009 davvero sfrantummato, per dirla con le parole del sindaco Jervolino. Anche per lei sono finite le feste. Non è più l’ora di balli e tarantelle, ha ricordato a Veltroni e Nicolais. Ogni limite ha una pazienza direbbe Totò.
Il sindaco difende con le unghie la sua dignità personale e pone il suo aut aut ai vertici del PD. Qualche assessore sfrantummato posso anche sostituirlo, ma di azzeramento della giunta non se ne parla proprio. Altrimenti tutti a casa ed elezioni in primavera, ha minacciato Rosetta.
Prospettiva agghiacciante per Veltroni che, pur di procrastinare la batosta che attende il suo partito alle prossime amministrative, pare voler accontentare il Sindaco. Peccato.
Di Admin (del 29/12/2008 @ 11:16:16, in Articoli, linkato 1950 volte)
L’anno che sta arrivando tra un anno passerà, cantava Lucio Dalla. Può darsi che così sarà per il 2009 alle porte ma, al di là di ciò che attesta il calendario, il 2008 disgraziatamente non si chiude qui. Napoli pagherà nel tempo i nefandi effetti di questo annus horribilis. E saranno rate salatissime.
Un anno iniziato sulle barricate da chi manifestava contro l’apertura della discarica a Chiaiano e finito con una piccola e melmosa tangentopoli locale i cui contorni sono ancora tutti da definire. Una tempesta che ha sconvolto la città senza per’altro minimamente scalfire l’indecente arroganza di chi l’amministra.
In prima fila a raccontare senza sconti la città, i giornalisti di questo free press. Amalia, Alessandro, Arnaldo, Ciro e tutti gli altri, sono scesi in strada, hanno guardato negli occhi l’animo ferito di una città senza più timonieri e che non sa dove andrà a sbattere. L’hanno fatto in maniera pulita e coraggiosa, rivelando giorno dopo giorno le miserie di una città capace solo di prendersela con i più deboli. Hanno firmato i loro pezzi finendo spesso nel mirino e pagando sempre di persona.
Verrebbe da chiedersi: chi glielo fa fare? Difficile rispondere senza cadere nella retorica. Di certo, oltre a una passione per un mestiere oramai in via di estinzione, la voglia di non mollare, di sollevare una voce dissonante dal coro che imperversa e soffoca Napoli come la mucillagine il mare.