Di Admin (del 26/10/2009 @ 08:00:41, in Articoli, linkato 1766 volte)
Lazio e Campania. Le due Regioni il cui elettorato è in grado di determinare l’esito delle votazioni. Grazie a queste due regioni, il centrosinistra guidato da Romano Prodi riuscì ad assicurarsi la risicata vittoria nella tornata del 2006. Aree cruciali in cui la sinistra, per essere rappresentata al meglio, ha individuato in Piero Marrazzo e Antonio Bassolino i candidati più forti per sfidare la coalizione avversaria.
Il Governatore del Lazio si è appena autosospeso dall’incarico, travolto da scandali che trascendono di gran lunga la sua sfera privata, avendo egli subito passivamente dei ricatti che ne hanno senza dubbio compromesso l’autonomia decisionale. Il Governatore della Campania, appena inquisito per le vicende connesse alla bonifica del litorale flegreo, sta vivendo la parabola discendente della sua lunga stagione, che da sedici anni lo vede ai vertici della politica campana e nazionale.
Troppo facile dire che, se queste sono le premesse, la sinistra è condannata a restare a lungo all’opposizione. Ruolo per altro essenziale in una democrazia e che va assolto in modo autorevole e non isterico. La stessa parola rinnovamento, formula magica adottata da tutti e tre i candidati alla segreteria Pd, appare svuotata di ogni significato. La sinistra è in un pantano perenne e non sembra possedere le capacità morali e politiche per poterne uscire.
Unica magrissima consolazione, Mastella è ora un problema altrui.
Di Admin (del 24/10/2009 @ 11:54:09, in Articoli, linkato 1876 volte)
In Italia c’è una spiacevole abitudine. Chi sa fare bene il suo mestiere, quale che sia, finisce per rivestire un importante ruolo sociale ed essere tirato per la giacchetta in ambiti lontani dalle proprie competenze. Che tu raggiunga la fama come otorinolaringoiatra o pornostar, il risultato non cambia. Politica e mondo dello spettacolo ti risucchiano all'istante in un tritatutto mediatico.
È il caso ad esempio di Margherita Granbassi e Valentina Vezzali due eccellenti schermitrici che di recente hanno trionfato ai campionati mondiali di fioretto a squadre. Se la prima ha da tempo rivestito i panni di giornalista al fianco di Santoro ad AnnoZero, la seconda si è resa protagonista di una allusiva battuta rivolta a Berlusconi.
Era il settembre 2008 e negli studi di Porta a Porta, trasmissione specchio del nostro paese, la Vezzali confessò al Presidente del Consiglio che si sarebbe volentieri fatta toccare da lui. Un gioco di parole legato a un’espressione, quella della toccata, che nel gergo tecnico della scherma descrive ciò che il gol è nel calcio. Da lì la risentita reazione di Rosy Bindi che mal digerisce qualsiasi strumentalizzazione del ruolo femminile.
Al Chiambretti Night l’ultima, si spera, replica della Vezzali. Rivolgendosi alla Bindi ha detto che prima di parlare bisogna conoscere le persone, sapere quello che c'è dietro. Pensiero speculare a quello di molti importanti uomini politici italiani.
Di Admin (del 22/10/2009 @ 11:38:16, in Articoli, linkato 1790 volte)
Chissà se Giulio Tremonti pensava alla Canalis quando a sorpresa ha elogiato il posto fisso definendolo la base su cui costruire saldamente una famiglia. Cosa c’entra il super ministro dell’Economia con l’affascinante velina? La risposta riempie i rotocalchi da diverse settimane.
George Clooney ed Elisabetta Canalis sono la coppia del momento. Per loro i paparazzi stravedono e il popolo arde di fronte al quesito dirompente. È vero amore oppure ci si trova di fronte a una studiatissima messa in scena? Hollywood sa essere assai cattiva con i suoi pupilli quando questi abbandonano la strada maestra. E forse non tollererebbe scoprire che l’uomo che popola i sogni della metà dell’universo femminile, sia in realtà gay.
Da qui l’ipotesi che la coppia sia stata creata artificialmente per mettere a tacere voci perfide e invidiose. A insinuare il dubbio, a dire il vero, sono stati due amici di Clooney, Brad Pitt e Matt Damon i quali, senza peli sulla lingua, hanno invitato George a gettare la maschera e rivelare la sua omosessualità.
I sospetti hanno generato una ridda di congetture e interpretazioni. Sorprende l’assenza di effusioni nella coppia. Nemmeno un caldo bacio in pubblico che possa suggellare la love story. I giornalisti implacabili, assediano Clooney chiedendo ossessive conferme della sua sessualità. Potrebbero essere assai più eleganti e rivolgersi alla bella Elisabetta. Posto fisso o lavoro precario?
Di Admin (del 19/10/2009 @ 08:08:08, in Articoli, linkato 1799 volte)
Sarà capitato anche a voi. Incrociare tra i vicoli della Pignasecca o nel mercatino di Antignano uomini dalle pance prominenti esposte a bella posta dei passanti, e canottiere sollevate, la cui funzione risulta inspiegabile. E credere di trovarsi di fronte a figure popolari. Invece no. Quelli che per anni avete creduto essere fruttivendoli, pescivendoli o ambulanti, erano con buona probabilità uomini illustri. Magari magistrati che, fuori dalle aule giudiziarie, esprimevano tutte le loro stravaganze fino ad allora represse.
Le recenti rivelazioni di Canale 5 sul giudice del caso Cir Raimondo Mesiano hanno dell’esplosivo. Ora vedo il mondo da una visuale nuova. E immediata è partita la verifica della maglieria intima. Scava e riscava, dal disordine è spuntato quel paio di calzini turchesi che in cuor mio sapevo di possedere. Sia chiaro. Non temo certo di subire sberleffi da qualche investigatore da strapazzo, ma nemmeno voglio mettermi in mostra. Esibire un calzino turchese, dandomi arie da giudice sul fronte.
Chi s’indigna dell’attuale uso del mezzo televisivo o è ingenuo o in malafede. Al più, spicca la caduta di qualsiasi remora nel dichiarare la propria appartenenza politica. Si parte all’attacco senza nemmeno camuffarsi strumentalizzando tutto e tutti. La tv è e sarà sempre un potente mezzo per incanalare le menti della gente dove il potere impone. Per contrastarla non resta che una soluzione. Non vederla.
Di Admin (del 13/10/2009 @ 08:05:42, in Articoli, linkato 1742 volte)
Le primarie del Pd sono alle porte e tra i contendenti la tensione è alta. Marino, l’outsider, ha puntato il dito contro i miracoli avvenuti in alcuni circoli dove i votanti hanno superato gli iscritti. Dal canto loro i sostenitori di Bersani, forti del successo parziale, avevano chiesto a Franceschini di lasciare la segreteria in anticipo. Dei tre, Marino punta a un rinnovamento radicale, mentre Bersani propone alleanze ampie. A mezza via Franceschini che prende le distanze da chi, a suo giudizio, deve farsi da parte. In primis il Governatore della Campania Bassolino.
Ma il dato che emerge con vigore è un altro. Le primarie non infiammano gli elettori della sinistra, poco ottimisti sulla concreta svolta del partito. Il problema va oltre il carisma dei candidati e affonda le sue radici nel passato. Di chi è erede il Pd? Del Pci, del Pds, dei Ds, dell’Ulivo, della Margherita o di cosa?
Al di là delle sigle, per chi scrive la risposta è una. Di quel Partito Comunista che, guidato da Berlinguer, a partire dal 1973 aprì alla Democrazia Cristiana, inaugurando la stagione del compromesso storico. Con una sostanziale differenza. Se Pci e Dc nel 1976 sfioravano il 75% dei consensi, a che risultato può ambire oggi il Pd, cui Casini da un lato, Di Pietro dall’altro, sottraggono spazi di manovra? Il 20, 25 o 30% non cambierebbe granché. Il Pd attuale non è nelle condizioni di prendere in mano il paese.
Viene allora da pensare che il Partito Democratico sia figlio della sconfitta di un disegno politico voluto e interpretato dal Pci. Incentrato sull’ingresso nel governo e sull’evoluzione progressista. In definitiva su analisi politiche errate e valutazioni economiche illusorie. Quello che trent’anni fa era difficile prevedere, oggi è però sotto gli occhi di tutti. Al governo il Pci non ci è mai andato, né ha compreso i danni di una ristrutturazione tecnologica che ha massimizzato i profitti industriali senza garantire prospettive di vita meno alienanti.
Su queste premesse, alla sinistra non rimane che azzerare tutto. Gettare a mare il paravento dell’antiberlusconismo e ripartire da un’autocritica serrata. E da uno sguardo nuovo capace di ripensare le soluzioni ai problemi che attanagliano l’Italia. Ad iniziare dal precariato generato dall’attuale sistema-lavoro, e dalle emergenze ambientali che sfigurano il paese seminando lutti.
Di Admin (del 12/10/2009 @ 08:27:17, in Articoli, linkato 2111 volte)
A voler essere buonisti potremmo definire quella appena conclusa, la settimana nera della scuola napoletana. Prima un crollo verificatosi a Bagnoli che ha ferito una studentessa. Poi a Villanova l’ipotizzata presenza di escrementi di topo all’interno del plesso. Una paura forse ingigantita dalle evidenti carenze nelle pulizie.
Problemi anche al rione Sanità dove le mamme chiedono una maggiore vigilanza affinché le adiacenze della scuola non si trasformino in area bivacchi e pattumiere. In aggiunta a tutto ciò, i ritardi nella refezione nelle scuole materne e primarie e il timore che il diritto alla mensa possa essere soppresso.
In pochi giorni tanti esempi di come oggi la scuola arranchi alle prese con problemi atavici, aggravati dalla stretta economica e dai tagli che colpiscono l’istruzione. Dal ministero la Gelmini fa sapere che è uno spreco appaltare le pulizie a ditte esterne e che se ne debbono occupare in prima persona i bidelli. Non entro nel merito, ma credo che tali decisioni debbano essere concertate con il personale ATA, stabilendo con precisione i confini del loro lavoro.
Diversamente certi annunci rischiano di essere buttati lì, al solo scopo di distogliere l’attenzione dal ruolo che oggi si riconosce alla scuola pubblica. Non il trampolino di lancio per le generazioni future che dovranno preoccuparsi di risollevare le sorti del paese, ma un fastidioso orpello che succhia risorse. E il futuro si allontana.
Di Admin (del 05/10/2009 @ 18:13:56, in Articoli, linkato 1846 volte)
Tabaccherie prese d’assalto, siti internet in tilt, studiosi pronti ad analizzare il fenomeno. È win for life, la psicosi del momento che infiamma gli italiani. Il tipo di vincita, l’asso nella manica di win for life. Una rendita di 4.000 euro al mese per vent’anni che, corna facendo, si tramanda agli eredi. Il sogno di tutti. In tempi di crisi, economica e non solo, una rendita mette al riparo.
Complimenti dunque agli ideatori del gioco, così abili nell’incunearsi nelle fragilità umane, da proporre addirittura tredici estrazioni giornaliere, una ogni ora dalle otto alle venti. Perché il gioco è una droga. Una parte dei proventi è destinata alla ricostruzione dell’Abruzzo e anche la coscienza è appagata.
Per non parlare delle possibilità di vincere, 170 volte superiori a quelle di centrare il mitico 6 al Superenalotto. Un 6 che da un lato attira, dall’altro preoccupa. Perché è un ciclone che sconvolge la vita, con frotte di parenti e amici, mai visti prima, che si fiondano davanti alla tua porta implorando un piccolo aiuto. E la malavita organizzata che, con garbo, fa notare che un terzo della vincita spetta di diritto a loro.
No, win for life non regala ansie. Solo certezze. Ai futuri vincitori un solo consiglio. Prima di congedarsi per sempre dal capufficio e dalle sue angherie accertatevi di essere l’unico fortunato. Perché il premio si distribuisce tra tutti i vincitori e potreste ritrovarvi con una rendita molto inferiore alle attese.