Di Admin (del 07/12/2009 @ 22:23:13, in Articoli, linkato 1755 volte)
Era molto attesa la testimonianza del pentito di mafia Gaspare Spatuzza nel processo di appello per concorso in associazione mafiosa a carico del senatore Dell’Utri. A maggior ragione dopo il clamoroso fuorionda del Presidente della Camera Fini, che aveva definito una bomba atomica le rivelazioni del pentito.
Secondo Spatuzza all’inizio degli anni Novanta un patto indicibile avrebbe di fatto consegnato il paese nelle mani della mafia. Berlusconi e Dell’Utri avrebbero avallato un accordo con le potenti cosche mafiose. Impossibile entrare nel merito di queste affermazioni. Nella migliore delle ipotesi solo tra molti anni giungeremo a una verità storica. Le parole di Spatuzza potrebbero voler minare il governo e la sua efficace azione di contrasto alla mafia. Oppure rivelare un patto scellerato, magari violato in tempi recenti.
Quale che sia la verità, a Torino si discute del passato e ancor più del futuro della nazione. In un paese civile l’evento sarebbe stato seguito mediaticamente. E invece, ad offrire la diretta del processo è stata Radio Radicale, da decenni l’unica emittente ad offrire un autentico servizio pubblico.
La Rai ha ben altri eventi da raccontare. Il sorteggio dei mondiali in Sudafrica, per dirne uno. Cosa vuoi che ci importi delle stragi che insanguinarono il paese. A proposito, Lippi è stato fortunato e la nazionale affronterà nel proprio girone squadre alla sua portata. Forza Italia!
Di Admin (del 08/12/2009 @ 08:28:33, in Articoli, linkato 1623 volte)
L’Italia è una Repubblica fondata sul doppio lavoro. Così si potrebbe sintetizzare la vicenda di una dipendente pubblica che si prostituiva durante i periodi di assenza dal lavoro per malattia. La questione però non è così scontata. La prima anomalia è nel luogo di residenza della intraprendente quarantenne. Treviso. Per una volta il Sud fannullone è al riparo da accuse e banalità. Ad uscirne macchiata è l’immagine del Nord produttivo che si danna e va su e giù pur di raggiungere vette di efficienza. Tanto che il presidente della Provincia di Treviso, dopo aver garantito che la donna non rientra nei ranghi della sua amministrazione, ne ha chiesto l’immediato licenziamento. Gravi infatti i danni morali provocati da un’impiegata che non ha a cuore il lavoro di squadra.
Ma quali sono con precisione le mansioni assolte dalla donna nel pubblico impiego? Non certo il piacevole intrattenimento della clientela agli sportelli. Cosa che forse riempirebbe di gioia i pensionati trevigiani, ma influirebbe negativamente sul decoro delle istituzioni. E allora, è impossibile immaginare la donna impedita ad assolvere le sue funzioni professionali ma al contempo perfettamente in grado di dispensare dolci attimi di piacere? Se ogni influenza o laringite provocasse un’interruzione dei rapporti di coppia il mondo diverrebbe terribilmente noioso. La materia è scottante. Lasciamo che a discuterne siano giudici e avvocati.
Di Admin (del 21/12/2009 @ 07:20:20, in Articoli, linkato 1920 volte)
È la parola del momento, le agenzie di stampa non parlano che di inciucio. In gergo politico il lemma ha assunto il significato di compromesso, di accordo sottobanco, e lascia intravedere un’intesa tra maggioranza e opposizione.
Di inciucio ha parlato Massimo D’Alema, fresco di bocciatura internazionale come Mister Pesc, infelice acronimo per Politica Estera e Sicurezza Comune. A conferma di una sintonia in atto, l’ex ministro degli Esteri è stato proposto dal Pdl come autorevole candidato alla commissione per i servizi segreti. D’Alema rivendica a sé capacità da timoniere navigato. Da vecchio lupo di mare che ha superato indenne mille tempeste, ritiene oggi cavalcabile l’onda dell’inciucio.
Due anni fa di fronte alle prove di dialogo fra Berlusconi e Veltroni, Panebianco si disse assai scettico e a proposito di inciucio sostenne un rapporto tra la decadenza politica di un paese e la volgarità e la sciatteria del suo linguaggio politico. Parole riproponibili ancor oggi a dimostrazione dell’immobilismo che permea la classe politica italiana.
Non vorrei apparire minuzioso, ma da partenopeo non posso non rimarcare l’uso improprio del termine. Inciucio, dalle nostre parti, indica il pettegolezzo, la maldicenza riferita alle spalle, e deriva dal ciùciù tipico di chi bisbiglia. Cosa diversa dal compromesso, o sempre per usare le parole del Massimo, dall’indecenza meno indecente. In questo caso risulta più appropriata la parola intrallazzo.
Di Admin (del 22/12/2009 @ 10:21:24, in Articoli, linkato 1768 volte)
Privatizzazione dell’acqua. Riccardo Realfonzo l’ha indicata come una causa delle dimissioni da assessore al Bilancio. Il suo impegno per l’acqua pubblica si è infranto contro le solite e stantie logiche di partito. Se le istituzioni vengono meno non resta che far risuonare nitida la volontà popolare.
Negli anni Settanta alcune importanti questioni civili divennero quesiti referendari e il popolo sovrano votò, ad esempio, a favore del divorzio. Oggi la maggioranza dei cittadini sa di non poter influire sugli atti legislativi posti in essere dalla classe politica. Vi è una diffusa rassegnazione che per beni primari come l’acqua deve essere accantonata senza esitazioni.
L’ultimo passo di un iter legislativo allarmante è il Decreto Ronchi del 19 novembre per il quale non sarà più possibile affidare i servizi pubblici locali ad imprese totalmente pubbliche, ma sarà d'obbligo indire gare o creare società miste pubblico private. Una legge che impatta su acqua, rifiuti e trasporti.
Il problema riguarda relativamente i comuni più efficienti, che potranno partecipare e vincere le gara d’appalto e continuare a gestire il servizio in proprio. Diverso il discorso per i comuni meno virtuosi, e sono tanti, che cederanno il passo a società private. Con prevedibile aumento dei costi, a fronte di un servizio non necessariamente migliore.
Comuni non all’altezza nell’erogazione del servizio, ancor meno lo saranno nel controllo di enti privati che operano per massimizzare i profitti. Chi ci garantirà, ad esempio, che la qualità dell’acqua non diventi scadente, favorendo in tal modo un sensibile incremento delle vendite di acque minerali prodotte da influenti multinazionali?
Sull’acqua dunque, è urgente intervenire, ma in direzione opposta a quanto fatto fino ad ora. I dirigenti locali inetti dovrebbero essere rimossi e sostituiti da persone capaci. Somme ingenti andrebbero investite su impianti e acquedotti che mostrano crepe paurose. Come si legge nel Censimento delle risorse idriche dell’Istat, nel 2008 in Italia per erogare 100 litri di acqua se ne devono prelevare ben 165, con una dispersione pari al 40%.
Occorre dunque rinnovare gli impianti, limitare i casi di prelievi non autorizzati, ridurre gli sprechi. Almeno sull’acqua, non facciamoci spogliare di ogni diritto, non deleghiamo il nostro futuro a persone non sempre all’altezza.
Di Admin (del 28/12/2009 @ 08:30:24, in Articoli, linkato 1707 volte)
Il 2009 spende gli ultimi spiccioli prima di andare in pensione. Difficile dire che anno sia stato e ancora più arduo sarebbe definire l’intero decennio, anch’esso vicino a terminare i suoi giorni. Spesso ci si lascia travolgere dalle emozioni. E si immagina la propria epoca come la più difficile in assoluto.
E così gli anni Settanta sono stati quelli della contestazione, gli Ottanta segnati dal terrorismo, i Novanta figli della globalizzazione e questo primo decennio del terzo millennio senza dubbio caratterizzato dalla precarietà. Più difficile vedere e ricordare le cose positive che ci accompagnano. La storia ha sempre i suoi alti e bassi e, di norma, è ciò che si impara da un ciclo negativo a favorire una fase migliore. Tuttavia è lecito nutrire un dubbio.
Nel 2009 una violenta crisi dei mercati economici ha costretto i governanti di tutto il mondo ad adottare misure straordinarie per evitare conseguenze disastrose. Questo dovrebbe metterci al riparo dal verificarsi di nuove bufere, almeno in tempi relativamente brevi.
Eppure la sensazione è che la lezione sia servita davvero a poco e che a fronte di problemi immensi e alla perdita di migliaia di posti di lavoro siano state adottate solo misure tampone. Non si è dunque approfittato per riscrivere, almeno in parte, le regole del gioco. L’augurio è per tutti i lavoratori di vivere un 2010 ricco di dignità e senza incubi.
Di Admin (del 11/01/2010 @ 07:33:10, in Articoli, linkato 1799 volte)
Inizio anno con sorpresa per gli automobilisti napoletani. Dal primo gennaio il pedaggio della Tangenziale è infatti aumentato a ottanta centesimi. Inaugurata nel 1972, quella napoletana è l’unica arteria a scorrimento veloce a pagamento nelle grandi città, e questo ulteriore aggravio non è stato salutato con gioia dalla cittadinanza.
Basti pensare che nel 1990 al casello si pagavano 500 lire e che in venti anni l’antipatico balzello è più che triplicato, a dispetto di un’inflazione mai come in questo ultimo lustro così bassa. Considerato che ogni anno sono cento milioni i passaggi d’auto, il conto è semplice. La bretella genera incassi per ottanta milioni di euro all’anno.
Intanto la Tangenziale Spa ha reso noto i lusinghieri risultati ottenuti dall’adozione del Tutor. Gli incidenti nel 2009 sono calati e il tasso di mortalità si è quasi dimezzato. Buone notizie per la nostra sicurezza, che fanno necessariamente passare in secondo piano un limite orario di ottanta chilometri forse un poco troppo severo.
Ma buone notizie anche per i gestori dell’arteria. Il calo degli incidenti avrà presumibilmente prodotto una diminuzione dei costi di manutenzione straordinaria. E le oltre duecentomila contravvenzioni elevate ai trasgressori dei limiti di velocità sono costate decine di milioni di euro agli automobilisti. È così che un indispensabile servizio viario grava in modo eccessivo sulle spalle del cittadino.
Di Admin (del 13/01/2010 @ 10:46:55, in Articoli, linkato 1727 volte)
Agatha Christie si starà rivoltando nella tomba. Tre indizi fanno una prova, amava ripetere il suo celebre ispettore Hercule Poirot. E forse a questo precetto si sono rifatte le autorità di San Francisco che per prime hanno inserito una bizzarra norma per la quale correrà il rischio di essere arrestato chi, durante un controllo, verrà trovato in possesso di più di due preservativi. Già, perché se il primo rappresenta il minimo sindacale e il secondo la speranza di vivere una serata movimentata, il terzo indica in modo incontrovertibile che il soggetto in questione si dedica alla prostituzione.
Dopo San Francisco, anche Washington e New York hanno adottato il medesimo provvedimento e non è da escludere un effetto a catena che colpisca le principali metropoli statunitensi. Alla base della nuova norma la volontà di contrastare la prostituzione. Di fronte al parto di simili leggi, è facile immaginare il sorriso di chi, senza scrupoli e riducendo in schiavitù migliaia di donne, gestisce il mercato del sesso. Anzi, il rischio è che, per aggirare il divieto, si riduca l’uso dei condom mettendo a rischio la salute pubblica.
Chissà se adesso le autorità americane imporranno alle aziende produttrici l’obbligo di creare scatole contenenti al massimo due condom. Allo stato attuale, per essere sicuri davanti alla legge, chi acquista una confezione di preservativi sarà costretto a disfarsi immediatamente del numero in sovrappiù.
Di Admin (del 21/01/2010 @ 05:35:44, in Articoli, linkato 2045 volte)
Fino a ieri ero certo che Emma Bonino fosse la migliore fra le tante personalità nate per partenogenesi da Marco Pannella. Una figura di elevato spessore, capace, tra un litigio e un abbraccio, di emanciparsi dal padre padrone, di prendere su di sé le responsabilità di un partito e assolvere, in Italia come in Europa, delicati incarichi istituzionali.
E invece no, da oggi la Bonino è Emmatar, un ibrido capace di vincere la sua nuova sfida e diventare Governatrice del Lazio. Nel più innovativo degli spot elettorali, la Bonino indossa i panni di Jake Sully, l’ex marine protagonista di Avatar. Le immagini del film del momento si alternano a scene di vita reali.
È la nostra ultima possibilità, sentenzia lo spot. E non si capisce bene se ci si riferisca alle sorti della Terra o all’infinita missione dei radicali. I messaggi sono tutt’altro che subliminali. Emmatar, grazie al suo Dna politico combinato con quello della gente comune, è l’unica che può convincere una popolazione rassegnata. I precedenti capolavori del fantomatico regista, scorrono a ricordare le tante cruciali battaglie radicali, dal divorzio all’aborto, dall’obiezione di coscienza all’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti.
Chissà se Emmatar riuscirà nella dura missione che si è assegnata. Quasi preveggente, la sua stessa voce sembra esprimere un rimpianto. Se mi amaste un pochino di meno e mi votaste un pochino in più.
Di Admin (del 25/01/2010 @ 08:57:41, in Articoli, linkato 1931 volte)
Il maestro del giallo Alfred Hitchcock amava di tanto in tanto comparire lestamente nei suoi film come una qualsiasi comparsa. Un’ulteriore pennellata del suo genio. Il colpo di scena finale era la caratteristica principale dei tanti telefilm che sfornava. Opere non eccezionali, lontane dai suoi capolavori cinematografici, ma destinate a lasciare lo spettatore di stucco.
La nomina del candidato del Pd alle prossime elezioni regionali ricorda un’opera del grande regista. Non certo per la sua qualità, invero assai scadente. Ma per il colpo di scena finale che qui proviamo a svelare. Dopo la scelta del Pdl per il socialista Caldoro, il Pd accumula un imbarazzante ritardo. Le candidature del sindaco di Salerno De Luca e dell’assessore ai trasporti Cascetta, paiono essersi logorate a vicenda. Il nome nuovo, Guido Trombetti rettore della Federico II, è vincolato all’adesione dell’Udc alla coalizione, al momento improbabile.
Intanto tra spaccature e veti incrociati la scadenza di fine marzo si avvicina. Rimarrebbe lo strumento delle primarie. Ma ogni giorno che passa la coalizione avversaria ne trae un vantaggio sempre più ampio. E allora non resta che una soluzione, che certo farebbe sorridere il buon Hitchcock. Chiedere il sacrificio di candidarsi all’unica personalità in grado di affrontare e persino vincere, per caratura politica e dominio del territorio, una sfida così improba.
Di Admin (del 01/02/2010 @ 18:01:13, in Articoli, linkato 1787 volte)
Strana città Napoli. Ci si duole con regolarità della modesta offerta culturale e poi si rischia di non riconoscere l'importanza di un evento. È il caso della mostra dei Corrispondenti della guerra di Spagna che s'inaugura questa sera alle 19.00 al Cervantes di via Nazario Sauro. Fortemente voluta dal direttore dell'istituto iberico Vicente Quirante, la mostra curata da Carlos Garcia presenta trenta reportage originali della guerra civile che lacerò la Spagna dal 1936 al 1939.
Il conflitto esplose pochi mesi dopo le libere elezioni vinte dal Fronte Popolare, l’unione delle forze di sinistra, e trasformò la Spagna in un laboratorio politico, precorrendo quanto poi si sarebbe verificato su scala mondiale con lo scoppio della seconda guerra. Anche la vittoria del regime di Franco, destinato a occupare la Spagna per quasi quaranta anni, anticipò la notte che calava sul vecchio continente preda di regimi totalitari.
Al centro della mostra le cronache dei giornalisti dell’epoca. Firme che a rileggerle oggi fanno rabbrividire. Hemingway, Malraux, Dos Passos, Saint-Exupéry, Orwell, Montanelli e tanti altri raccontarono un momento cruciale della storia europea. Grazie alle loro inimitabili penne e con una passione politica che faceva capolino negli articoli senza però torcere un solo capello alla realtà dei fatti.
Quell’epoca è stata definita l’età dell’oro del giornalismo. La guerra veniva mostrata per come realmente accadeva, seguendo le alterne vicende da osservatori ravvicinati. Nulla a che vedere con i comodi alberghi a cinque stelle da dove i corrispondenti di tutto il mondo raccontavano la guerra in Iraq. Il bombardamento a tappeto di Guernica con il quale l’aviazione falangista rase al suolo la cittadina basca uccidendo duemila civili sarebbe rimasta una pagina ignota se George Steer, corrispondente del Times, non avesse reso noto al mondo ciò che Franco provò a negare per anni.
Il conflitto provocò la morte di un milione di persone. Una ferita impossibile da cicatrizzare, eppure la Spagna seppe voltare pagina e recuperare il tempo perduto, fino a divenire pilastro dell’Unione Europea. Ciò è stato possibile anche grazie alla promulgazione di una carta costituzionale moderna e progressista. All’inaugurazione sarà presente Alfonso Guerra, uno dei padri della costituzione spagnola. Un motivo in più per essere presenti.