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Ma ora Veltroni non doveva andare in Africa?
Di Admin (del 18/02/2008 @ 09:05:42, in Articoli, linkato 2103 volte)

Finalmente in Italia si afferma una democrazia matura. La campagna elettorale è iniziata porgendoci questa prima, chiara indicazione. Tra Silvio Berlusconi e Walter Obama Veltroni, è scoppiata la pace. I due leader mostrano alla popolazione grande senso di responsabilità e si confrontano usando toni pacati.

Intorno a loro è tutto un gran fermento. Una corsa contro il tempo per occupare i pochi spazi liberi rimasti. Fini annuncia di voler sciogliere AN e Storace tenta di rinvigorire la fiamma tricolore, con buona pace della Mussolini, che converge decisa sul PdL. Persino più nostalgico appare il tentativo di Casini, Tabacci e Mastella di far rivivere la Democrazia Cristiana.

Al paese urgeva una nuova legge elettorale. Ancora una volta hanno prevalso interessi particolari e voteremo con un sistema inadeguato. Dinanzi all’evidente spaccatura tra cittadini e classe politica, i leader dei due principali schieramenti hanno, in probabile accordo, abbassato i toni della contesa. Diversamente, come potevano presentarsi agli elettori in modo nuovo?

Il centro destra esprime da quindici anni e cinque tornate elettorali sempre lo stesso uomo, Berlusconi. Il centro sinistra s’affida invece al buon Veltroni. Il nuovo che avanza. Colui che 32 anni fa era consigliere comunale del Pci e che oggi, con sorprendente originalità, garantisce “Abbasseremo le tasse.” Da anni andava ripetendo “Dopo il Campidoglio, vado in Africa.” Se questa è l’affidabilità delle sue promesse, non c’è da ben sperare.