Di Admin (del 03/11/2009 @ 07:31:10, in Articoli, linkato 1899 volte)
Ha fatto il giro del mondo il video che mostra un killer della camorra uccidere a sangue freddo. Era l’11 maggio. Mariano Bacioterracino, 53 anni, rapinatore, è all’esterno di un bar nel quartiere Sanità. Fuma, osserva la gente che passa. È tranquillo. Sono gli ultimi istanti della sua vita. Un uomo entra nel bar e lo sorprende alle spalle. Gli spara e poi si allontana.
Per le forze investigative inizia l’ennesima difficile indagine. Per mesi non si compiono passi avanti. Poi la decisione della procura di rendere noto il video nella speranza che qualcuno riconosca il volto del killer. Inevitabili sono piovuti i giudizi, sempre uguali, sempre vuoti, sul significato antropologico del video. A partire dall’indifferenza della gente abituata a convivere serenamente con esecuzioni e morti ammazzati. Sorvoliamo su analisi sterili e concentriamoci su alcuni importanti dettagli relativi alla decisione di pubblicare il video.
Primo. La scelta è corretta, come dimostra il presunto accertamento dell’identità del killer. Meglio ancora sarebbe stato indire una conferenza stampa per ampliare la platea cui rivolgere l’invito alla collaborazione.
Secondo. Andava mostrato solo il momento dell’esecuzione e il volto del sicario. Non quelli di personaggi la cui partecipazione al delitto è incerta. Un grave errore che ha coinvolto Gennaro Aiello, accusato di essere il palo. L’uomo dichiara la sua estraneità ai fatti. La sua vita è però in pericolo.