Tra ecomostri, ricciole e responsabilità
Di Admin (del 31/08/2009 @ 08:44:28, in Articoli, linkato 4591 volte)
L’estate del 2009 passerà a futura memoria come l’annus horribilis del vacanziere. Dal depuratore di Cuma che ha devastato chilometri di lungomare, agli scarichi e gli svenimenti nella Grotta azzurra di Capri, gli episodi riprovevoli si sono succeduti a ritmo incalzante. Prontissimi a lamentarci, a maledire istituzioni assenti e canaglie prive di scrupolo, siamo davvero immuni dalle responsabilità?
Pensiamo ai cosiddetti ecomostri. Da tempo un influente quotidiano denuncia gli edifici, talvolta incompleti o abbandonati, altri perfettamente efficienti, che per la loro bruttezza inquinano l’ambiente che li circonda. Manco a dirlo, è il Sud a detenere il triste primato di fabbricati che deturpano il territorio. Di fronte a tali accuse puntuale scatta il tam tam e in rete viaggiano a tutta forza mail infuocate con le foto incriminate.
Come quella di un ristorante di Acciaroli, la perla cilentana Bandiera Blu per le sue acque cristalline. Non ho le competenze per definire ecomostro un ristorante, ma amando Acciaroli posso ben dire che quella costruzione, la cui forma ricorda il fungo atomico, svilisce ai miei occhi quel suggestivo tratto di mare. Eppure gli avventori non mancano.
Nel confrontarmi con qualcuno di loro ho ricevuto risposte di una chiarezza disarmante: quando sei dentro, non vedi nulla e poi, una ricciola alla brace così non è facile trovarla. Basta assai poco e sdegno e indignazione scivolano in secondo piano.
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